"Costretti a prendere i nostri figli in classe". Le famiglie protestano / SONDAGGIO

Gli studenti delle scuole medie non possono più uscire da soli. Sei d'accordo? Vota il sondaggio

L’uscita dalla scuola media di Fornacette

L’uscita dalla scuola media di Fornacette

Pontedera, 12 ottobre 2017 - Come il primo giorno di saldi o quando arriva in commercio l’ultimo modello di smartphone. Così, ma forse con la stessa grinta e un po’ meno entusiasmo, i genitori degli studenti della scuola media dell’istituto comprensivo Martin Luther King di Fornacette, si sono accalcati sulla rampa d’ingresso per riportare a casa i propri figli. È successo ieri, primo giorno da quando è entrata in vigore la circolare che non permette più ai ragazzi di tornare a casa da soli. Tutti in fila quindi con carta d’identità alla mano.

 

 

«È UN’ASSURDITÀ – esclama una mamma che ha appena recuperato sua figlia – siamo dovuti entrare in classe a prendere i ragazzi. Sembrava quasi una prova di evacuazione, sa quelle che si fanno per gli incendi?». E in effetti la scena sembra davvero quella, con genitori accalcati all’ingresso dell’istituto in attesa di notizie di come provvedere al recupero dei figli.

Tutto è nato da una decisione della dirigente scolastica comunicata martedì e subito eseguibile. «Abbiamo letto sui diari dei nostri figli – raccontano i genitori all’uscita – la circolare nella quale si annunciava che da oggi (ieri per chi legge ndr) i ragazzi delle medie non possono più uscire da scuola da soli ma che ogni studente dovrà essere riconsegnato a un genitore o a chi ne ha la delega. Per noi è un grosso disagio, c’erano tanti ragazzi abituati a tornare a casa a piedi o in bicicletta, è un modo anche per responsabilizzarli. Per noi genitori diventa complicato organizzarsi con il lavoro, per non parlare poi del parcheggio che non si trova e del traffico in tilt». La decisione non riguarda solamente questo istituto, ma è la conseguenza di una recente sentenza della cassazione che ha attribuito la responsabilità sul personale scolastico anche fuori le mura istituzionali. Una sorta di prosecuzione della responsabilità anche oltre il suono della campanella fino all’avvenuta riconsegna.

«CAPIAMO la questione – ha commentato la rappresentante della classe 3B Anna Dragone – ma questa procedura, che prevede il controllo di tutte le deleghe una per una e «l’appello» dei genitori è troppo lunga e non può ripetersi tutti i giorni. Ci dovremo organizzare e poi per evitare il caos non si poteva concedere un po’ più di tempo per mettere in atto le nuove regole?». Una questione che in qualche modo va a ledere il rapporto di fiducia tra scuola e famiglie, che mette contro la necessità di responsabilizzare i preadolescenti, che vedevano nella possibilità di tornare a casa da soli anche un primo segno di indipendenza, e il bisogno di sicurezza per tutti, genitori, personale scolastico e studenti. «Guardi quello che succede dentro l’edificio – ci indica un’altra mamma – ogni genitore sta recuperando il proprio figlio nella rispettiva classe. E quando verranno delegati i nonni, cosa accadrà? Non è pericolo per le scale?»

ALL’USCITA ieri si vociferava su un prossimo appuntamento, il 23 ottobre, quando ci sarebbe una riunione tra i docenti per stabilire quale procedura mettere in atto per la riconsegna dei ragazzi una volta suonata la campanella di fine delle lezioni.

Sarah Esposito