San Miniato, "non eliminate la parola 'basso' dai cartelli stradali'

Eliminare “Basso“ per unire con il nome frazione e capoluogo? Anche il presidente della Regione Eugenio Giani interviene nel dibattito

Il cartello che indica San Miniato Basso

Il cartello che indica San Miniato Basso

San Miniato, 5 gennaio 2022 - Ma è arrivato o no il momento di togliere quel "basso" e di parlare una volta sola e per sempre di San Miniato, punto e basta? Il dibattito è aperto. E i contributi non mancano. Anche Eugenio Giani, presidente della Regione, le cui radici familiari affondano profonde e importanti in queste terre – antenati ne ha trovati anche a Cusignano e Corazzano, – dice la sua.

Ma più che altro ci tiene a ricordare a tutti che "non ci sono cartelli da togliere: tutti, da Corazzano come da Roffia, La Scala, Ponte a Egola o San Miniato Basso, appunto, sono uguali nel nome di San Miniato che una e una sola". "Ma le identità vanno mantenute, sono storia, portano gloria al territorio – aggiunge Giani –. E non impediscono di vivere con il solito orgoglio la nostra San Miniato da qualunque parte la si guardi e o si arrivi".

Terra importante, questa, dominata dalla Rocca che veglia l’asse dell’Arno: "siamo tutti di San Miniato", ricorda il presidente della Regione, spiegando come ogni differenza, se vogliamo, tra "alto è basso", è caduta per sempre quando San Miniato lasciò l’appellativo "Al Tedesco" che identificava, più di un secolo fa, solo il centro storico. "Abbiamo un’articolazione così ricca del nostro territorio che va preservata in tutte le sue particolarità – aggiunge Giani –. Va bene così, e va bene anche San Miniato Basso, con i suoi cento anni di storia, nei quali ha avuto un ruolo". E va bene anche San Miniato Basso "Già Pinocchio" (sottolineatura di recente inserimento), che ci ricorda un capitolo significativo di questi luoghi legati a Collodi e al burattino più famoso del mondo.

Un nome che il paese si tolse e che era, invece, "un forte identificativo", specifica Giani: prezioso, se vogliamo, di valore culturale, così intimamente stretto a Carlo Lorenzini, ai ricordi di quando il papà di Pinocchio andava a trovare il babbo, e al suo romanzo celebre in tutto il pianeta. E allora giù le mani dai cartelli e da quel "basso" ormai scritto nella storia.

Tutti d’accordo? No. Maria Grazia Messerini, già professoressa del liceo e vicesindaco negli anni Duemila, donna di cultura impegnata in importanti istituzioni come l’Accademia degli Euteleti, la pensa diversamente: "San Miniato Basso non ha più senso, anzi non ha mai avuto senso, non c’è un alto o un basso, c’è un territorio unico – dice –. San Miniato è una, e una sola. C’è semmai, se vogliono identificarsi, il Pinocchio. Ma non c’è un “alto“, soprattutto, che è stato generato, erroneamente, dal fatto che invece c’è un “basso“. Mi sono battuta tanto, anche quando insegnavo, contro questi “errori“: non si va e non si sale a San Miniato alto. Si va a San Miniato, mi sembra così semplice da capire".

Intanto il sindaco Simone Giglioli, lo ricordiamo, ha detto che non ci vedrebbe nulla di male a fare una sola San Miniato, ma vorrebbe che l’iniziativa partisse dal basso, dai cittadini. E il suo precedessore Vittorio Gabbanini, ora proprio consigliere di Eugenio Giani, che pensa? "E’ chiaro che oggi a ben guardare, i tempi sono maturi, nei sentimenti della popolazione, anche per arrivare a fare un’unica San Miniato, senza alcuna diversità nell’identificazione dei luoghi – dice –. Però un minimo di campanile, secondo me, non guasta e in qualche modo ci lega alle nostre origini e alle nostre tradizioni. Io sono di San Miniato Basso, ma San Miniato la sento la mia città e non perché sono stato sindaco".

E dall’opposizione? "Mi sembra solo una polemica, venuta fuori dal duello dei veglioni di San Silvestro – dice Michele Altini, capogruppo di Forza Italia – Pensiamo a cose più importanti, ce ne sono. Non vedo la necessità neppure di discuterne. La polemica è nata a causa di chi non ha saputo fare squadra fra le diverse identità del nostro territorio. Se la regia è competente il film sarà sicuramente un successo".

Carlo Baroni