Samantha, morta in casa a tre anni: condannato a 30 anni il compagno della madre

La tragedia al Calambrone. Pisa, due ore di camera di consiglio per la Corte d'assise che fa "cadere" l'aggravante delle sevizie

La baracca dell'orrore e, nel riquadro, Tonino Krstic

La baracca dell'orrore e, nel riquadro, Tonino Krstic

Pisa, 14 luglio 2017 - "Cadono" le sevizie e arrivano le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Così Tonino krstic, 32 anni, serbo, evita l'ergastolo con isolamento diurno (come aveva chiesto il pm Giancarlo Dominijanni) per aver ucciso Samantha Castagnino di appena tre anni.  La Corte d'Asiste di Pisa, presieduta da Pietro Murano, è uscita con il dispositivo dopo due ore di camera di consiglio: trent'anni di reclusione. Prima che i giudici si ritirassero Krstic ha fatto dichiarazioni spontane ribadendo di "non aver mai pensato di uccidere Samantha". "Non l'ho usccisa - ha detto senza lasciar trasparire un velo d'emozione -. Non sapevo che sarebbe morta".

La piccola fu trovata priva di vita dai sanitari del 118 il 27 aprile del 2016 nell'ex pizzeria di viale del Tirreno a Calambrone dove il serbo viveva con la famiglia e la mamma di Samantha. La bambina è stata vittima dei continui maltrattamenti dell'uomo che alla fine, quando non ce la faceva più e si era ammalata, la fece morire negandole i soccorsi. L'uomo fu fermato quella sera stessa dai carabinieri del nucleo investigativo di Pisa chiamati dai sanitari dopo la visione dei segni di percosse sul corpo della bambina La mamma, ex compagna di Krstic, la dominicana Juana Francisca De Olmo è stata condanna in abbreviato a 10 anni di reclusione per non aver impedito i maltrattamenti sulla piccola. La Corte ha disposto per Krsitic anche l'intedizione perpetua dai pubblici uffici e dalla responsabilità genitoriale, oltre il risarcimento del danno alla parte civile (si è costituito Stefano Castagnino, padre naturale della bambina uccisa)