"Salvatore aveva bevuto molto, anche prima del suicidio"

Parla l'amico del ragazzo morto precipitando da un palazzo a Varsavia

Salvatore, morto in un misterioso volo da palazzo

Salvatore, morto in un misterioso volo da palazzo

Ponsacco, 4 dicembre 2019 - «Salvatore aveva bevuto molto, anche prima del suicidio». Adrian, l'amico a cui Salvatore Cipolletti scrive prima di morire - dopo aver scritto «ho lasciato un segno, ho vinto io» - e lo invita a cercare nel suo telefono, parla con Chi l'ha visto? via chat e da la sua versione: «nell'alcol - ha detto il polacco - Salvatore aveva trovato la fuga dai suoi problemi, non l'hanno ucciso droga e alcol, quelli gli hanno dato semmai il coraggio di fare quello che ha fatto». Adrian dice che non c'era, che era a cento chilometri di distanza e dice che quando lo sente, quella sera.

«Salvatore è già alterato». In studio Carmine e Mary non ci credono, perchè loro figlio non beveva mai. Cos'è successo quella notte a Varsavia, dove Cipolletti si trovava in vacanza con tre amici (un italiano, un polacco e un croato) e all'improvviso - secondo quanto riferito dai ragazzi che era con lui - si alzò di scatto dalla poltrona e fece volo dal settimo piano? A dare l'allarme furono due turisti olandensi. Non loro. Cosa dovevano fare i ragazzi quella sera? L'avvocato Andrea Di Giuliomaria, che assiste i genitori di Salvatore, spiega che la risposta va cercata nel web, nell'attività on line del ragazzo, in quello che faceva quando si trovava con gli amici dei viaggi, nel mondo degli psiconauti «dove esiste anche la figura dei trip sitter». Già nel mondo delle esperienze trascendentali, estreme, quelle degli sciamani della rete che, tra droghe e indagini interiori arrivano fino a sperimentare stati di premorte e poi condividono tutto in rete, ci sono anche degli accompagnatori. I sitter appunto. Salvatore stava provando il suo viaggio? Non si sa. Salvatore quella sera registra il copione degli ultimi istanti di vita.

Le voci degli altri non sembrano alterate, «ma andrebbe fatta un perizia fonica», spiega l'avvocato Di Giuliomaria. Quando Salvatore smette di registrare cosa succede? «Forse un litigio, non possiamo escluderlo, qualcosa è successo, sul lato destro era gonfio come se qualcuno gli avesse dato un pugno». Ci sono sessanta secondi di vuoto. Adrian ripete aspetti riferiti anche dagli altri agli investigatori polacchi: «Salvatore era depresso per tutto». C'è poi una figura e enigmatica in questa storia che spunta in una chat: un tal Banak che nega di essere stato lì e di aver visto i ragazzi. Adrian sostiene anche di aver saputo della morte di Salvatore solo la mattina dopo. Ma nel pomeriggio scrive a Salvatore «ci sei?». Cipolletti, però, era già cadavere in medicina legale. Lapidaria la mamma Mary: «non credo che mio figlio si sia suicidato così, spero nella procura di Roma che faccia indagini e ci porti alla verità».

I genitori ripetono che se i ragazzi non hanno problemi, come dicono, nulla dovrebbe fermarli a parlare tranquillamente ed a raccontare tutto quello che è successo per filo e per segno.«Per noi non c'è più Natale, non c'è più festa», dicono Carmine e Mary. Non c'è più Salvatore, inghiottito da una notte di marzo che ancora non trova un copione.