Morto dopo la caduta dal settimo piano, "solo una nuova autopsia risolverà il giallo"

Ponsacco e il giovane morto a Varsavia, i genitori: "Chi muore all’estero continua a essere dimenticato"

Salvatore Cipolletti

Salvatore Cipolletti

Ponsacco (Pisa), 15 agosto 2021 - Una certezza, quella di Carmine Cipolletti: "Per sapere cos’è successo a mio figlio servono nuovi approfondimenti autoptici, fatti qui in Italia, perché il corpo di Salvatore può dirci molto per chiarire i misteri che circondano il dramma che la colpito la nostra famiglia due anni e mezzo fa". Parole pronunciate con tanta amarezza: "da un anno abbiamo chiesto ripetutamente tramite il nostro legale (l’avvocato Andrea Di Giuliomaria) la riesumazione finalizzata a nuovi accertamenti – aggiunge il signor Carmine –. In cambio abbiamo ricevuto solo il silenzio. Con mia moglie non ce ne capacitiamo. E’ un ragazzo morto all’estero, aveva solo 25 anni, in circostanze che presentano tanti lati oscuri: penso sia un dovere da parte dell’Italia quello di aiutare la famiglia ad arrivare alla verità. Il mio appello ai magistrati che hanno il fascicolo su mio figlio (la Procura di Roma, competente sui casi che coinvolgono italiani all’estero) è quello di prendere in considerazione la nostra richiesta, che è frutto di tanti tormenti. Sono un babbo e una mamma disperati che lo chiedono".

Carmine e Mary, in questi anni, hanno fatto di tutto. Sono andati in televisione. Sono andati a Varsavia. Hanno incontrato uno dei giovani che ebbe contatti con loro figlio quella notte carica di misteri. Non hanno avuto paura di nulla e hanno parlato apertamente di tutto. Ma perché il corpo di Salvatore può parlare?"Quando io e mia moglie siamo andati a fare il riconoscimento, il corpo di Salvatore non era quello di uno che è caduto dal settimo piano – ricorda Carmine – : era perfetto, il volto intatto, dal naso usciva solo un sottile filo di sangue. Era impossibile credere che fosse venuto giù da un’altezza del genere. Ma non solo. E’ stato detto, nella ricostruzione degli inquirenti polacchi, acquisite le testimonianze, che Salvatore aveva bevuto molto. Ma alcol non è emerso dagli accertamenti medico legali. Solo tracce di marijuana. Per uno spinello non ci si butta dal balcone". Si è parlato anche di strane sostanze: ansiolitici e phenibut.

"Ma non è stato trovato nulla – aggiunge il padre del 25enne – Fu anche riferito che sarebbe stato visto assumere qualcosa da una cartina argentata. Tutte circostanze senza conferma. Mentre ci sono altri punti da approfondire, secondo noi. Per esempio c’è un momento di quella serata immortalato da Whatsapp: la registrazione di una conversazione che contrasta con quella ricostruzione che vuole Salvatore isolato e assente, che di scatto si alza e si butta di sotto. Una conversazione scandita e partecipata. Non era solo. Dopo tre minuti è morto". Il pc di Salvatore l’ha consegnato il padre stesso ai carabinieri per metterlo a disposizione degli inquirenti. Il cellulare lo avevano i magistrati polacchi. "Sarà anche quello a Roma? Non sappiamo alcunché", chiude il genitore ricordando che nei mesi scorsi il loro avvocato, Andrea Di Giuliomaria, ha rinnovato l’istanza per la riesumazione del corpo.

Ma chi era Salvatore ? Studente di Ponsacco, con un lavoro stabile, si trovava in Polonia con alcuni amici con cui condivideva la passione per i giochi on line. E intorno al gioco si è scavato a fondo nelle prime battute delle indagini. Un gioco che aveva come posta la vita? E’ stato questo il primo, inquietante interrogativo, che si è fatto strada approfondendo anche parole misteriose, che portano dentro la parte più truculenta e malsana del web. L’ombra sinistra della rete dark ha avvolto il giallo del ragazzo di Ponsacco per mesi tra analisi di chat e messaggi audio "letti" come una sorta di varco verso l’internet sommerso, quello dove si diramano tante strade. Anche verso le mete più scure degli psiconauti: viaggi in preda alle allucinazioni fino all’estremo, ad uno stato di premorte. Tra droghe e allucinazioni. Senza un trip seitter. Ombre sinistre. Tra i molti silenzi e le poche parole dei testimoni degli ultimi istanti di vita.