Ponte chiuso, la rabbia dei cittadini. "Tempi certi e nuova struttura"

Folla all’assemblea a Isola per l’ordinanza che ha bloccato il traffico

Il pubblico intervenuto all’assemblea per capire quali strade ci sono dopo la chiusura del ponte

Il pubblico intervenuto all’assemblea per capire quali strade ci sono dopo la chiusura del ponte

Pontedera, 5 settembre 2018 - «Dimenticato per mezzo secolo, e ricordato solo ora, dopo che a Genova ci sono stati morti». La rabbia dei cittadini di Isola-Roffia si è fatta sentire per la chiusura del ponte che aspettava da anni un po’ di manutenzione. E’ stato però il sindaco di San Miniato Vittorio Gabbanini a voler incontrare la popolazione al circolo Arci, per parlare di quello che è successo e soprattutto per capire quale sarà il futuro. «Anche se il Comune non ha competenza sul ponte, ce l’ha la Provincia», ha detto, sottolineando con rammarico, poi, la mancata presenza dell’amministrazione comunale di Empoli che, per certi versi, condivide il problema. «Li avevamo invitati – ha detto Gabbanini –. Poi nessuno è potuto venire».

La rabbia della gente se l’è presa, quindi, tutta la giunta sanminiatese e la Provincia di Pisa, presente con staff tecnico e dirigenti. Il «ponticino» (come viene chiamato qui, ), realizzato nel 1967, lungo 20 metri e largo 2,75, era «sorvegliato speciale» da tempo. Poi i sopralluogo dopo Genova hanno fatto emergere il pericolo, ancora tutto, comunque, da certificare. «Non è vero che la struttura non è stata monitorata – ha detto il primo cittadino –. Lo fu nei primi anni del Duemila, l’amministrazione se n’è interessata sempre dal 2015 al 2018: gli elementi di pericolo si sono visti solo ora».

Ma la popolazione – circa 200 i presenti – hanno esposto le questioni annose: il traffico intenso che non ha mi rispettato i limiti di carico ( e nessuno ha controllato), i lavori che non sono stati mai fatti, il nodo cruciale di un’area divisa a metà che con la ripresa della scuole – per la presenza del «Marconi» a La Scala – subirà un carico di traffico imponente e da gestire. La popolazione ha chiesto tempi certi non solo di accertamento, ma anche per i lavori: la richiesta è stata quella di un ponte provvisorio che consenta la ripresa della circolazione o di rapido abbattimento e rifacimento. Sarà anche un «ponticino», ma serve una porzione importante del territorio. Un quadro che però – come stato spiegato – deve fare i conti con la tempistica e con le risorse finanziarie della Provincia. Un primo obiettivo è stato raggiunto: da oggi il comando vigili urbani studierà la viabilità alternativa, l’11 settembre si riunirà il primo tavolo tecnico in Comune per decidere modalità e procedure delle verifiche. Poi si torna in assemblea per spiegare lo stato di salute reale e la cura possibile.