Sant'Andrea in Petriolo. Comitato per salvare l'antica chiesa

Una storia millenaria fra cavalieri e fede

Sullo sfondo l’antica chiesa di Sant’Andrea in Petriolo che si trova alle porte di Ponsacco, nell’ansa del fiume Era (fotoservizio Esposito per Germogli)

Sullo sfondo l’antica chiesa di Sant’Andrea in Petriolo che si trova alle porte di Ponsacco, nell’ansa del fiume Era (fotoservizio Esposito per Germogli)

Ponsacco (Pisa), 20 maggio 2018 - C'è una storia  perduta di cavalieri, eroi e antica fede. E le sue radici riaffiorano dall’ombra dove erano state relegate dai bagliori di ben più note meraviglie della nostra zona e di quella strana fretta che ci porta a dimenticare da dove veniamo. Sant’Andrea in Petriolo dice poco a tutti, perfino ai ponsacchini doc. Eppure, da più di mille e cento anni, le possenti pietre che ergono la chiesa si stagliano fra i due fiumi che bagnano la cittadina del Mobile: a est del Cascina e nell’ansa dell’Era.

Pochi passi dal centro eppure altrettanto nascosta. E’ servito un manipolo di appassionati di storia e di natura per riaprire questo scrigno chiuso da anni e sconosciuto ai più: la «Giornata ecologica» è stata la piacevole scusa per riaffacciarsi laddove il tempo si è spezzato e scoprire vicende di guerrieri e contadini.

Benozzo Gianetti, maestro e storico, ha saggiato le medievali colonne raccontando di loro come di vecchi amici. Nell’800 Petriolo era un grande villaggio e Ponsacco il suo minuscolo borgo. La chiesa di Sant’Andrea è attestata in un documento del 983 tanto che, pare plausibile, ipotizzare che sia stata innalzata ben prima, forse addirittura nell’ottavo secolo. «Poi intorno al ’200 – ha spiegato Benozzo – si sono susseguiti diversi interventi di ristrutturazione che hanno assicurato il duecentesco prospetto principale che ancora caratterizza l’edificio». Quindi Francesco Burgalassi, del Club Alpino Italiano, ha aperto il portone d’ingresso.

L’interno a navata unica offre un senso di pace mentre in terra la polvere copre antiche sepolture di cavalieri dell’ordine di Santo Stefano. Così pare di entrare in un libro di Dan Brown fra templari, spade e battaglie. Ma le guerre – fra pisani e fiorentini – furono vere e portarono Petriolo, a metà del 1300 a scomparire, lasciando quel che resta della storia a Ponsacco e al suo castello.

E il futuro? E’ da assicurare: le grosse crepe che squarciano le mura sono minacce inquietanti. La chiesa da poco tempo è stata donata alla parrocchia di Ponsacco e don Renzo Nencioni vuol (con tutte le problematiche del caso) valorizzarla. «Quello che dobbiamo fare – suggerisce Benozzo raccogliendo pareri favorevoli – è formare un comitato cittadino per salvarla. Ci muoveremo». «Una strada – fa eco Monica Mariani presidentessa di Eliantus – potrebbe essere quella di cercare di allacciare contatti anche con l’associazione Fai». Così che l’oggi e il domani tornino a percorrere le strade del tempo a braccetto.