Ponsacco calcio, il gruppo dirigente si dimette

Si chiude l'epoca della gestione Donati. Il suo saluto alla città

Ponsacco in campo

Ponsacco in campo

Ponsacco, 30 novembre 2019 - Si chiude un'epoca che visto il Ponsacco calcio volare dalla Seconda categoria alla Serie D sotto la gestione Donati. Come già annunciato ieri, oggi la conferenza stampa con cui il gruppo dirigente ha comunicato in modo ufficiale le proprie dimissioni. Una notizia che ha sconvolto la città che tanto ha fatto per 'sostenere' il club rossoblu, il suo club, dopo le vicissitudini giudiziarie del proprietario Walter Buonfiglio.

Con Donati lasciano anche il direttore sportivo Andrea Luperini, il dirigente con delega per l’attività sportiva Fausto Macchi, fra gli artefici della rifondazione del Ponsacco dopo la fusione della storica Mobilieri con il Giovanile Staffoli e il trasferimento del titolo sportivo a Santa Croce sull’Arno, e il direttore organizzativo Fabio Taccola. Praticamente i vertici del gruppo dirigente che negli ultimi anni hanno fatto la storia del calcio rossoblù. Si chiude una pagina ricca di storia e trofei, se ne apre un’altra, ancora tutta da scrivere.

“L’ultima impresa l’abbiamo fatta quest’estate insieme a tutta la comunità ponsacchina, riuscendo ad iscrivere il Ponsacco all’attuale campionato di serie D nonostante le note vicissitudini giudiziarie che hanno interessato il proprietario Walter Buonfiglio - ha detto Donati -. Proprio la tifoseria, però giovedì scorso durante un’affollata riunione, mi ha chiesto di fare un passo indietro e di lasciare il club in modo da creare le condizioni per un’eventuale passaggio di mano: sono rimasto quest’estate perché me lo chiese la città, me ne vado adesso per lo stesso motivo portandomi Ponsacco, la sua gente e i colori rossoblu sempre nel cuore. Lascio definitivamente tutte le cariche che ho avuto fino a questo momento all’interno della società, ma rimarrò per sempre un grande tifoso del Ponsacco. Guidare e servire questa società per tanti anni è stato un impegno oneroso, pure dal punto di vista economico, ma anche e soprattutto un onore”.