Ponsacco, addio fontana: «Adesso sarà un’aiuola»

Ecco come cambia uno dei simboli del paese

Un operaio del Comune mentre trasforma la fontana in un’aiuola (foto Germogli)

Un operaio del Comune mentre trasforma la fontana in un’aiuola (foto Germogli)

Ponsacco, 5 giugno 2015 - Sono passati sessant’anni: mese più, mese meno. Erano gli anni cinquanta quando a Ponsacco arrivò l’acqua potabile nelle case. Un vero evento. E una simile rivoluzione fu festeggiata costruendo una fontana che sorgeva proprio laddove passava la tubatura principale dell’acquedotto. Ecco di acqua – in questo caso neppure in senso troppo metaforico – ne è passata sotto i ponti. E adesso, a distanza di sessant’anni la fontana in piazza della Repubblica abdica, trasformandosi in un’aiuola colorata da fiori. I tempi mutano. I simboli con loro.

«Si tratta di un’opera – spiega il sindaco Francesca Brogi – pensata proprio nell’ambito di una riqualificazione del centro storico. La fontana da tempo presentava numerosi problemi. Funzionava poco e male. Le riparazioni erano sempre più costose e difficili. Così abbiamo pensato ad una soluzione a costo zero per cercare di riqualificare l’intera piazza». Ecco nascere allora l’idea di un’aiuola colorata i cui fiori cambieranno di stagione in stagione. «Perché – aggiunge Emanuele Turini, assessore ai lavori pubblici – la sua collocazione è una sorta di cartolina per il centro del paese. E vedere quella fontana in simili condizioni non era un grande spettacolo». Anche in vista dell’arrivo – attraverso il progetto «Città del Gusto» pensato con il polo tecnologico di Navacchio –di nuovi negozi di qualità (o almeno così si spera). La nuova aiuola verrà inaugurata domani alle 18 proprio mentre la Festa del Commercio entrerà nel vivo. «E nel futuro – ammette la Brogi – speriamo di poter fare ancora di più. Sarebbe molto bello poter riqualificare l’intera piazza dandole un aspetto completamente nuovo. Noi speriamo di poterlo fare, anche se, oggettivamente, ci scontriamo con delle problematiche di tipo economico notevoli». Insomma servono un sacco di soldi. E di «sacco» a Ponsacco (come in tutti gli altri comuni d’Italia, per carità) c’è rimasto solo il nome.