Più droga e gioco, effetti del Covid

Indagine degli psicologi: impennata nei comportamenti a rischio in provincia di Pisa. Crescono i divorzi

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di Carlo Baroni

Gioco d’azzardo, alcol e fumo. Ma anche droga. Perchè in qualche modo la pandemia ha aiutato anche l’economia criminale. Comportamenti a rischio acuiti dalla pandemia ed i cui dati ad una analisi attenta sono risultati in crescita. Fronti sui quali la provincia di Pisa, in particolare, è sul podio: è al terzo posto in regione con il 64% di segnalazioni da parte degli psicologi, alle spalle di Livorno (69%) e Lucca (70%). E’ quanto emerse dall’indagine tra gli iscritti all’Ordine degli psicologi sugli effetti del periodo pandemico: l’allarme arriva da più di 6 professionisti su 10. In provincia di Pisa, inoltre, la pandemia ha prodotto contraccolpi importanti anche sulla vita di coppia, dal momento che il 51% dei professionisti coinvolti nel questionario riporta di un aumento dei casi di separazione o divorzio. L’emergenza ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti per il 71% degli psicologi rispetto all’era pre-Covid.

In questa provincia si registra inoltre, appunto, un’impennata di comportamenti a rischio, segnalata dal 64% dei professionisti che ha partecipato alla ricerca. Il report ha preso in esame il periodo compreso tra il marzo 2020 e il febbraio 2022. A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere – è emerso – è stata in particolare la fascia degli adolescenti, mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano ansia e depressione, seguiti a ruota da problematiche relazionali. L’indagine è frutto di un questionario rivolto a 1099 psicologhe e psicologi iscritti che svolgono attività clinica in tutte le province del territorio.

I numeri che racconta risultano allarmanti non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato. Su Pisa, in particolare, sono stati intervistati 110 iscritti, campione rappresentativo di questa provincia, in linea con il numero degli iscritti all’Albo regionale. "Un quadro tristemente composito - commenta la presidente Maria Antonietta Gulino - che ci restituisce una fotografia dettagliata dello stato di salute psicologica dei toscani durante questi due anni di Covid. L’isolamento forzato e le restrizioni in certi casi hanno accentuato problematiche, contrasti e incognite preesistenti, mentre in altri hanno innescato nuovi timori e forme di disagio".

L’indagine è frutto di un questionario rivolto a 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana e che svolgono attività clinica in tutte le province del territorio. I numeri che racconta risultano allarmanti non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato. Su Pisa, in particolare, sono stati intervistati 110 iscritti, campione rappresentativo di questa provincia, in linea con il numero degli iscritti all’Albo regionale.

Stando invece al dato regionale, la fascia che in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia è quella degli adolescenti, che fa segnare una crescita regionale delle richieste addirittura per l’81% dei professionisti campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare. In Toscana, la pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, acuendole ed estendendole.