Sicurezza e burocrazia: così il ciclismo è a rischio

Il comitato provinciale: «Quattro gare in programma, già saltate»

 Roberto Spadoni, presidente del Comitato Provinciale di Pisa di ciclismo

Roberto Spadoni, presidente del Comitato Provinciale di Pisa di ciclismo

Pontedera, 14 agosto 2018 - Non mancano le preoccupazioni tra i dirigenti del ciclismo e soprattutto tra gli organizzatori di gare (ma aggiungiamo anche di sagre e feste) in merito all’allestimento delle manifestazioni che devono fare i conti con le norme anti terrorismo, il famoso decreto Gabrielli. Se ne è fatto portavoce con una lettera il presidente del Comitato Provinciale di Pisa della Federciclismo, Roberto Spadoni che dopo aver ricordato le caratteristiche tecniche delle gare, i luoghi dove si svolgono ricorda come: «gli utenti della strada mal sopportano di stare fermi per pochi minuti nel rispettare una gara ciclistica che sta transitando, mentre gli Enti pubblici cercano e qualche volta trovano cavilli per non rilasciare autorizzazioni».

«I funzionari tecnici di alcune Province – aggiunge Spadoni – pretendono la sottoscrizione di uno scarico di responsabilità, che ricade sul presidente della società organizzatrice, che è pur sempre un privato cittadino, per rilasciare, l’autorizzazione al transito su pubbliche vie delle gare perfettamente organizzate». «Altri funzionari – prosegue Spadoni – pretendono, sempre in modo vessatorio, il pagamento delle marche da bollo da 16euro sia nell’atto di presentazione come al momento del rilascio dell’autorizzazione. Le coperture assicurative degli atleti e delle gare hanno sempre franchigie più alte, la documentazione da compilare, la burocrazia, è sempre più complessa e particolareggiata».

Il comitato Provinciale di Pisa ricorda, per il 2018, la perdita di gare giovanissimi, che erano state programmate, a Casa Bonello e Isola di San Miniato, Ponticelli di Santa Maria a Monte ed il prossimo 2 settembre a Pontedera. I costi vivi e professionali per essere in regola con le norme sulla sicurezza sono considerati sproporzionati, il vero danneggiamento per le gare è essere considerate evento non solo sportivo, ma spettacolo.

«Se non riusciamo a trovare una forma di ‘ragionamento’ o corretto inquadramento – prosegue Spadoni – il nostro ciclismo sarà destinato a morire. Mi chiedo ci potranno essere professionisti se non possiamo garantire l’attività sportiva ciclistica a ragazzi nella fase della loro formazione fisica e atletica? Vi sono vincoli che se non rispettati, almeno in Toscana, portano gli organizzatori a dover sopportare sanzioni amministrative e anche a vedersi negata il rilascio organizzativo per l’anno successivo».

C’è un settore del ciclismo le Gran Fondo, dove alla partenza vi possono essere anche migliaia di atleti fermi in uno spazio ristretto e delimitato da transenne, in attesa della partenza. Domanda: è un evento sportivo o spettacolo? «Ligi sempre alle Leggi lo siamo a prescindere – conclude Spadoni - l’essere relegato in zone artigianali o industriali e rischiare di vedere morire un settore sportivo come il ciclismo, non è giusto. Ecco allora l’esigenza prioritaria di ciclodromi. Vorrei invitare chiunque a dirmi se il ciclismo ha lasciato strascichi di danneggiamenti, di disturbi. I nostri ragazzi sono eccezionali anche nel momento dell’incidente o della caduta, si rialzano e ripartono».