Pescatore folgorato al laghetto Caso chiuso anche sul fronte civile

La tragedia di Giorgio Donati dell’estate 2013: definito con l’ultimo accordo anche il fronte risarcitorio

Chiusa la lunga battaglia sul fronte risarcitorio, verrà a cadere – si apprende – anche l’ultimo passaggio in sede penale pendente per Cassazione. La vicenda al centro della carte giudiziarie risale ad otto anni fa ed è quella della morte di Giorgio Donati di Palaia, causata da una scarica micidiale di corrente mentre pescava nell’area dell’ex Fornace Braccini nell’estate del 2013. Tutti i soggetti coinvolti, a vario titolo, hanno proceduto, per quanto di competenza, alla refusione del danno alla famiglia. L’ultimo, in ordine di tempo, è stata la società "Filmcafè Srl" che con "Entomox Srl", costituivano l’associazione temporanea d’impresa, e che erano state chiamate in causa davanti al tribunale insieme all’amministrazione comunale e al circolo sportivo "Lago Nemo". Soggetti, questi ultimi due, che furono i primi a risarcire.

Il Comune di Pontedera e il circolo Nemo che gestiva il laghetto definirono rapidamente le loro posizione corrispondendo, tramite le rispettive compagnie assicurative.

A processo, sotto il profilo penale, c’erano finiti in due. L’imputazione, per entrambi, era quella di omicidio colposo: il processo si concluse con una condanna e un’assoluzione che il legale della famiglia della vittima – avvocato Francesco Paolo Scaduto – ha impugnato prima in appello (anche in questo caso l’imputato venne assolto) e quindi in Cassazione dove, all’esito dell’esito del risarcimento, provvederà alla rinuncia al ricorso. Era l’estate del 2013 quando avvenne la tragedia. La notizia fu scioccante: un uomo morto sotto una scarica mentre stava pescando, micidiale la fatalità della canna che fece da conduttore. Inutili anche i tentativi di rianimarlo, effettuati sul posto dal personale del 118 e dai vigili del fuoco. E nei giorni successivi alla tragedia il Comune, su sollecitazione dei carabinieri, fece installare adeguati cartelli. Immediate, però, scattarono anche le indagini su questa vicenda complessa e tragica.

L’attività d’indagine, complessa e meticolosa, venne portata avanti dai carabinieri di Pontedera e accertò subito la presenza di Donati in un’area che doveva essere interdetta alla pratica della pesca, e la mancanza di indicazioni sui pericoli. Drammatici i ricordi emersi durante il processo di chi assistette a quella morte sulla quale il percorso giudiziario, su entrambi i fronti – penale e civile – è al capolinea.

Carlo Baroni