Strage di pecore, nuovo allarme lupi

Valdicecina, allevatori disperati. «Gli speciali recinti anti-attacchi costano un salasso»

Pecore

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Volterra, 19 agosto 2018 - Cinque esemplari giovanissimi, di neppure cinque mesi, azzannati alla gola, trovati con le carni dilaniate: era un bagno di sangue quel box accanto al capannone dell’azienda guidata dall’allevatore Bartolomeo Carta. Insomma, gli assalti dei predatori dei boschi (lupi e ibridi, questi ultimi capaci anche di aggredire le persone) non si fermano ed in Valdicecina la tregua fra pastori e predatori è un miraggio lontano. Carta, che ha un allevamento nel volterrano, oltre alle pecore sbranate proprio la scorsa notte, a giugno, nell’arco di 12 giorni, ha perso una quindicina di capi, tutti finiti nelle bocche fameliche dei lupi. Ma questa strage silenziosa tocca un po’ tutta l’Alta Valdicecina: pensate che qualche notte fa un pastore pomarancino si è visto trucidare qualcosa come 21 pecore. I numeri, in totale, ci parlano di un massacro che si consuma quasi a cadenza settimanale e le aziende, nell’arco di un anno, arrivano anche a perdere 80 capi.

«Non c’è via d’uscita, siamo in ginocchio – ci racconta l’allevatore Carta – abbiamo creato anche un gruppo Facebook, «L’Unione fa la forza», per incoraggiarci, darci una mano, forse per sentirci meno soli. Le ultime pecore uccise nel mio allevamento non avranno alcun risarcimento, perché erano ancora troppo giovani. Capisce, la situazione è esplosiva. Vengono a raccontarci la solita «storiella» dei recinti anti-lupi. Sa quanto costa installarli? Dai 20 ai 25 mila euro, una cifra astronomica. E poi i risarcimenti per i capi perduti… un’agonia che si aggiunge ad altra agonia, per colpa di una serie di pastoie burocratiche che dilatano i tempi dei pagamenti. Adesso, alla spicciolata, stanno arrivando i soldi per i danni subìti nel 2014». Il livello di terrore che aleggia fra i pascoli della zona è da codice rosso. «Chi garantisce la nostra incolumità ed il nostro sudato lavoro? – è ancora Carta a parlare – noi allevatori dobbiamo alzare la voce, rompere ogni muro di omertà. Appelliamoci, tutti insieme, al ministro delle politiche agricole Gianmarco Centinaio perché non lasci questo settore da solo, senza lo straccio di risposte e senza quelle misure adeguate per frenare uno scempio che sta mandando in rovina tantissime aziende».

Ilenia Pistolesi