Un parco urbano al posto delle ex concerie, duello comune-proprietari

San Miniato, del caso è stato inbvestito il difensore civico regionale

Cantiere edile

Cantiere edile

San Miniato, 19 settembre 2018 - Ex concerie inizialmente destinate a diventare un’area residenziale e poi costrette a lasciar posto – secondo le ultime previsioni – al nuovo parco urbano dell’Egola. Quei volumi possono però essere recuperati in altra area, a destinazione commerciale, con i terreni che però devono essere acquistati. Il caso è stato portato da alcuni proprietari all’attenzione del difensore civico regionale con una copiosa memoria che riepiloga i fatti. Il difensore, presa visione delle ragioni dei ricorrenti, ha scritto all’amministrazione comunale di San Miniato, competente sugli strumenti urbanistici, affichè faccia conoscere ai cittadini interessati i motivi della radicale modifica delle previsioni.  La partita dunque è aperta. Anche se per ora, dal municipio, pare che tutto taccia.

Siamo a Ponte a Egola, in via Savonarola e l’area in oggetto ha una superficie complessiva di 9.230 metri quadrati; l’insieme dei fabbricati esistenti hanno una volumetria di 21.500 metri cubi ed una superficie utile lorda di 5.095 metri quadrati circa. Il primo regolamento urbanistico del Comune, approvato nel 2008, permetteva la ristrutturazione degli ex fabbricati (sei i proprietari) con recupero della superficie utile lorda e con un incremento del 20%. Negli anni 2008-2013 – si legge nella memoria – quando le norme erano molto favorevoli «sono stati fatti vari tentativi di avviare l’intervento proponendo ad imprese locali e non, ma senza risposte concrete probabilmente a causa del grosso impegno economico che tale operazione immobiliare avrebbe richiesto».

Con il secondo regolamento urbanistico del marzo 2014 era sparito l’incremento del 20% e l’intervento era limitato alla ristrutturazione edilizia: ricostruzione con forma a corte. La risposta arrivò – si legge nella memoria di due proprietari – con l’approvazione definitiva del secondo regolamento urbanistico: vietata qualsiasi ristrutturazione edilizia con previsione di liberare l’area dai volumi esistenti per farne un parco urbano. La superficie utile lorda, con metodo di perequazione, tornerà a vivere in altra zona individuata. Il cambiamento è sostanziale: di fatto – scrivono i proprietari al difensore civico – «si deve andare ad acquistare il terreno sui cui ricollocare i volumi mentre con il vecchio piano regolatore si poteva attuare il recupero sull’area di proprietà».  Alkro elemento: «non solo l’amministrazione in fase di approvazione finale dello strumento urbanistico non ha considerato minimamente l’osservazione, ma ha modificato sostanzialmente le norme rispetto a quelle adottate senza che ci sia più possibilità di osservarle». Caso chiuso per il Comune. Colloqui e richieste di chiarimenti, in questi mesi, non avrebbero portato a nulla. Ora però il difensore civico chiede che almeno si diano spiegazioni formali e chiare. Anche se il caso potrebbe prendere nuova strade e carte bollate.