Palestre, la protesta si allarga

La rabbia dei gestori dopo l’annuncio delle chiusure. Alla Infit montata la tenda: "Dormiremo qui"

Migration

di Luca Bongianni

La tenda dentro alla loro palestra nel mezzo ai macchinari e ai tapis roulant, vicino alla vetrata che dà su via Papa Giovanni XXIII. Stanotte Marco e Massimo Bartaloni, titolari della palestra inFit, hanno passato la prima notte lontano dalle loro famiglie, all’interno della propria attività, da ieri chiusa in conseguenza dell’ultimo Dpcm firmato il 25 ottobre scorso che tra i vari provvedimenti ha vietato l’utilizzo delle palestre almeno fino al 24 novembre. Quella di ieri per i due fratelli Bartaloni, già molto conosciuti in Valdera, è stata una giornata molto impegnativa, tra i preparativi della prima insolita nottata e le chiamate da parte di giornali e televisioni di tutta Italia incuriositi da questo gesto di disobbedienza civile.

"Dormiremo nella nostra palestra fino a che non riapriremo o almeno fino a quando qualcuno non decida di ascoltarci – ha spiegato Marco Bartaloni, uno dei due fratelli –. Vogliamo dare voce a tutto il movimento fitness, un settore fortemente colpito dalle decisioni ingiuste e ingiustificate del governo. Non accettiamo che il governo prenda decisioni così drastiche nei nostri confronti senza offrirci dimostrazioni. Siamo arrabbiati per come siamo stati trattati, prima facendoci fare impegni economici e non solo per rispettare tutti i protocolli che ci sono stati dati nel tempo e poi chiudendoci senza giustificazione. Abbiamo iniziato a contattare le altre palestre della Valdera, dobbiamo unirci e far sentire in maniera univoca e sincronizzata la nostra voce". La palestra inFit conta circa 1.300 iscritti e 15 collaboratori sportivi tra chi sta alla reception e chi in sala. In palestra sono stati appesi anche due striscioni con scritto "io non ci sto" su uno e sull’altro l’articolo 1 della Costituzione italiana. Una protesta trasversale a tutte le altre palestre di Pontedera che da ieri sono rimaste chiuse come in una sorta di film già visto quasi otto mesi fa. Poi il 25 maggio scorso la riapertura che pian piano aveva riportato le sale fitness a respirare mettendo in campo risorse e una nuova organizzazione per garantire le norme anticontagio, domenica scorsa l’ultima batosta.

"Questa decisione ci ha preso di sorpresa – ha detto Andrea Panicucci della Energy Fitness Center –. Una settimana prima ci viene detto dal Governo di organizzarci ulteriormente mettendo in campo nuove risorse e nuovi sacrifici per il rispetto scrupoloso dei protocolli e poi veniamo chiusi del tutto. In questi mesi abbiamo fatto l’impossibile per lavorare bene e in sicurezza, eravamo uno degli ambienti più sicuri, oltre che un luogo adatto per molte persone per svagarsi dallo stress di questo periodo e per risolvere alcuni problemi di salute legati al fisico. Ma questo non è stato capito. Avremmo preferito e compreso di più se ci avessero imposto ulteriori restrizioni, ci saremmo organizzati ma saremmo andati avanti, così è difficile, abbiamo delle famiglie da mantenere. Comunque adesso continueremo a restare vicino ai nostri clienti e a seguirli inviandogli i programmi personalizzati, noi non li abbandoneremo".