Intervento rimandato 8 giorni, l'ospedale chiede scusa

Il primario di chirurgia: "Ma il trasferimento a Pontedera era necessario. E Buselli sbaglia"

L’interno di una sala operatoria in una foto d’archivio

L’interno di una sala operatoria in una foto d’archivio

Pontedera, 15 agosto 2018 - Gli echi della polemica per l’operazione di colecistectomia a un’ottantenne di Volterra, rimbombano fino a Ferragosto. Dopo le accuse della famiglia dell’anziana, che ha raccontato al nostro giornale, l’odissea patita dalla congiunta che per sette giorni, ogni mattina, si è vista rimandare al giorno dopo l’operazione all’ospedale di Pontedera e il rincaro della dose di polemiche da parte del sindaco di Volterra, Marco Buselli, interviene il primario della chirurgia del Lotti, Aurelio Costa, che è anche direttore del dipartimento chirurgico di tutta l’Asl Toscana nord ovest. «Non vin vi è alcuna intenzione di depotenziare l’ospedale di Volterra – le parole di Costa – Le affermazioni del sindaco sono in netto contrasto con la realtà che vede l’impegno di tutto il personale medico e infermieristico a raggiungere l’obiettivo di almeno 100 colecistectomie laparoscopiche annue anche trasferendo pazienti da Pontedera, cosa che avviene regolarmente».

Questa volta, però, a essere trasferita è stata una volterrana e non da Pontedera a Volterra, ma viceversa, con tutte le conseguenze del caso per i familiari e, soprattutto, con il problema che per essere sottoposta a colecistectomia l’ottantenne ha dovuto aspettare otto  giorni, sperando ogni volta che il giorno dopo potesse essere quello buono. E’ dimagrita sette chili. «Nel merito di quanto affermato dalla famiglia della signora operata a Pontedera, è bene precisare che la patologia di cui era affetta avrebbe richiesto non solo la colecistectomia ma altra procedura endoscopia che in quel momento non era possibile garantire a causa dell’assenza temporanea del chirurgo specializzato nell’uso di questa specifica tecnica chirurgica – sono ancora parole del primario Aurelio Costa – Pertanto il trasferimento è stato di necessità e non di principio come sostenuto dal sindaco. Il nostro è un obiettivo serio di crescita dell’ospedale di Volterra che ha visto anche aumentare in questi mesi gli interventi di chirurgia generale. Per concludere mi sembra corretto scusarci con la famiglia per il disagio subito dovuto anche ad una comunicazione non efficace».

Ecco, cosa è venuto meno, per stessa ammissione del dottor Costa, è stata la comunicazione ai familiari, il rapporto tra personale ospedaliero, in primis quello medico, con i parenti della donna. Molte volte, nelle camere degli ospedali e nelle corsie, basterebbe poco per evitare polemiche come quella scoppiata in questi giorni. Qualche parola in più con i malati e i loro familiari consentirebbe a chi è in una fase di sofferenza e apprensione di capire meglio cosa gli sta succedendo. E anche qualche sorriso in più, talvolta, non guasterebbe e renderebbe meno dolorosa la pillola della malattia.