Ora il vero rebus è quale futuro aspetta la Diocesi

Clero e fedeli temono l’ipotesi accorpamento. Ma c’è chi azzarda . sul possibile successore

Ora, che le anticipazioni – pur con il rigoroso e rispettoso condizionale – che La Nazione ha dato in questi giorni, ieri, sono diventate realtà, gli occhi sono puntati sul futuro della Diocesi. Quali scenari si profilano? Un vescovo di prima nomina s’insedierà al posto di monsignor Migliavacca? O, invece, Papa Francesco, nello scacchiere della riorganizzazione dei territori, manderà all’ombra della Rocca un vescovo d’esperienza? O, diversamente ancora – e questa ipotesi, qualcuno, sommessamente, anche tra il clero, la teme – San Miniato si troverà a condividere il vescovo, magari, con la diocesi di Volterra. Copione non del tutto campato in aria visto che il Papa continua a mettere in atto il suo programma di riduzione del numero delle diocesi con accorpamenti. Domande, queste, di cui a San Miniato si parla da giorni, perché che qualcosa stava per accadere era nell’aria. Tutti immaginavano che quello che nel 2015 arrivò come il più giovane vescovo d’Italia, se non subito, magari un pochino più in là, se ne sarebbe andato, destinato ad incarichi più importanti. Già si parlava da mesi di monsignor Migliavacca incamminato verso Firenze. Poi, però, cogliendo tutti di sorpresa, le cose hanno preso un’altra strada ancora, e hanno accelerato il suo passaggio alla guida di una diocesi, comunque molto importante, che da tempo aspetta il nuovo pastore. Ci vorranno mesi per capire quale futuro aspetta la Diocesi di San Miniato. E chi arriverà a guidarla. Ieri già si azzardavano nomi. Uno, in particolare: monsignor Carlo Ciattini, religioso di grande cultura e spessore della Diocesi di San Miniato – fu a lungo parroco a La Scala – e che da 12 anni è vescovo di Massa Marittima- Piombino. Chissà.

C. B.