L'ombra di San Gimignano divide Volterra

Il nome dato all’opera ritrovata agita gli animi del colle etrusco: "Non abbiamo certo il copyright, ma quella scelta confonde le acque"

L'ombra della sera

L'ombra della sera

Volterra. 3 dicembre 2019 - Più bella o meno bella? Più intrigante o più dozzinale? Non importa. Il succo della questione, per i più, è aver battezzato la scoperta archeologica «Ombra», proprio come la più celebre sorella volterrana, l’Ombra della Sera. A San Gimignano, il bronzetto etrusco recentemente svelato è stato chiamato allo stesso modo del bronzo iconico di Volterra. L’ «Ombra di San Gimignano» è un omaggio ad una delle città etrusche per antonomasia, Volterra, o una furba mossa di marketing?

La scelta del nome spacca i pensieri, divide le opinioni: certo, vien da sé che le due città debbano aprire un varco ancor più netto, grazie alla fortuna di godere di due capolavori tanto simili dell’arte dei Lucumoni. Ma vale la pena sottolineare che l’Ombra della Sera è Simbolo (sì, con la S maiuscola), anche in virtù del nome che porta, forse nato dall’ispirazione di D’Annunzio. E’ una sorta di brand che si staglia con forza nel novero delle figure votive filiformi dell’arte antica. Facciamo un esempio banale: immaginiamo che a Lucca si ribattezzi una piazza col nome di «piazza dei Miracoli». Se il popolo pisano storcesse il naso, ne avrebbe più di un motivo. Ma torniamo al dibattito nato in città partendo dal pensiero di Alessandro Furiesi, studioso, rappresentante dell’Accademia dei Sepolti.

«Un autogol pazzesco. Quando un unicum diventa, nel nome, un pezzo seriale, è finita. Mi riferisco al nome della statuetta di San Gimignano, senza alcuna acredine con gli archeologi. Il timore è che questa duplicazione del «marchio» generi solo tanta confusione, oltre al rischio di pensare che una statua valga l’altra. Mi domando: non potevano chiamarla in un altro modo?». Ecco l’idea che si è fatto l’assessore Dario Danti: «Non abbiamo certo il copyright, ma ravviso nella scelta del nome della statua una specie di dichiarata subalternità interessata. Un ammiccamento a Volterra per confondere le acque, non per autentica connessione storico-culturale». Di altro avviso, la funzionaria della soprintendenza Elena Sorge. «Sono felice che sia venuto alla luce un altro bronzetto che avvalora ancor di più il pregio dell’Ombra della Sera. E comunque, in nessun caso Volterra detiene un primato insuperabile: il bello dell’archeologia è che quello che non era possibile fino ad ora, può diventarlo. Che la statua si chiami Ombra o in un altro modo non è importante, perché è destinata a fare storia.

Grazie agli archeologi, è spuntata fuori una statua che si aggiunge alla serie di «bronzetti allungati», alle cosiddette Ombre, appunto». Il consigliere di opposizione Paolo Moschi scorge nel reperto di San Gimignano «un’opportunità. Un tema che divide, ma che unisce in una discussione calorosa. Siamo in terre di Toscana, pardon di Etruria, terre di campanili prima che di ombre». © RIPRODUZIONE RISERVATA