Sparatoria in Olanda. "Sono sceso alla fermata prima della strage"

Sparatoria sul tram in Olanda, il racconto di un giovane volterrano emigrato all’estero

DRAMMA Il volterrano Lorenzo Gentili, 24 anni

DRAMMA Il volterrano Lorenzo Gentili, 24 anni

Volterra, 19 marzo 2019 - Può tirare un grosso sospiro di sollievo, Lorenzo Gentili. Appena ha potuto, si è connesso a Facebook per avvertire la community che stava bene. Un grosso pericolo scampato. Uno spavento che difficilmente si riesce a dimenticare. E’ salvo per un pelo, Lorenzo: in una Utrecht incredula e smarrita dopo la sparatoria di ieri mattina sulla quale peserebbe una matrice terroristica, il giovane volterrano quasi 24enne, che vive in Olanda ormai da cinque anni, racconta questa incredibile avventura. Lorenzo è sceso da quel tram contro il quale un uomo ha aperto il fuoco, seminando morte e terrore. «Mi trovavo a 300 metri da dove è accaduto l’attentato – ci racconta il ragazzo, che nella città olandese lavora in un negozio Apple e studia comunicazione – mi vengono i brividi se penso al fatto che mi trovavo su quel tram, da cui ero sceso poco prima».

Lorenzo, innanzitutto come stai?

«Bene, sono stato fortunato. L’ho scampata bella».

Di preciso, cosa hai visto intorno a te?

«Un clima parecchio teso, ma questa consapevolezza è maturata nelle ore successive. Ero sul tram, stavo andando a recuperare la mia bicicletta in un deposito. Sono sceso, avevo le cuffie nelle orecchie e sinceramente non ho sentito gli spari, o le grida della gente. Una volta arrivato al deposito, mi hanno avvertito che era accaduto qualcosa di grave».

E cosa hai fatto?

«Ho tenuto i nervi saldi. Ma la zona non è scaraventata nel caos più totale. Mi spiego: non ho assistito, in quel momento, a scene di panico collettivo. Sono salito in sella alla mia bici e sono andato a lavorare».

Ma non hai avuto paura a circolare per la città, negli attimi successivi la sparatoria?

«Un po’ sì. Ma sul momento la situazione non era così chiara. Arrivato al lavoro, abbiamo tenuto aperto il negozio per circa un’ora, poi abbiamo chiuso la saracinesca perché stava davvero montando lo stato di allarme e siamo rimasti in negozio per tutto il pomeriggio».

E cosa hai percepito intorno a te?

«Da un lato, non ho notato una città blindata, perché davanti ai miei occhi scorreva il solito viavai di gente e di auto. Dall’altra parte, però, piano piano il clima di tensione si incominciava a respirare a pieno».

Insomma, sei riuscito a mantenere la calma, ma diciamo che la fortuna ti ha davvero assistito.

«Possiamo dirlo forte. Quando ho realizzato cosa fosse accaduto, ho avuto paura. Fino ad una manciata di minuti prima, ero su quel tram colpito dagli spari».

Ilenia Pistolesi