La morte di Chiara? Forse colpa del latte contenuto nel pane

Su questo particolare si stanno concentrando le indagini della procura

Chiara Ribechini

Chiara Ribechini

Pisa, 12 gennaio 2019 - Le indagini sono ancora in corso sulla morte di Chiara Ribechini, la 24enne impiegata di Navacchio deceduta la sera del 15 luglio dopo la cena al ristorante dell’agriturismo Colleoli a Palaia. Ma gli accertamenti disposti dalla Procura di Pisa - titolare dell’indagine il pm Giancarlo Dominijanni – sui liquidi biologici relativi al cibo ingerito avrebbero indicato in una quantità di latte contenuta nel pane la causa più probabile dello shock che neanche l’antidoto dell’adrenalina riuscì a fermare.

La consulenza della procura è stata effettuata da Patrizia Restani, professoressa di chimica alimentare a Milano; consulente della difesa è il professor Mario Giusiani di Pisa, mentre quello della famiglia di Chiara è il professor Marco Arlorio dell’Università Piemonte Orientale. Ora, però, tutti i dati e le risultanze degli accertamenti dovranno essere incrociati. Lo stesso esame autoptico del professor Marco Di Paolo, comunque, aveva accertato il decesso per shock anafilattico.

Chiara Ribechini era iperallergica al latte e ai derivati: un fatto questo con cui la ragazza aveva imparato a convivere. Tanto che nella borsetta aveva sempre con sé un kit (siringa e farmaco a base di adrenalina) per le emergenze. Ma qualcosa nella preparazione dei cibi, quella sera – nel locale erano note le sue esigenze – potrebbe essere andato storto, visto che c’era più movimento del solito. E su questo si è concentrata l’inchiesta che, con la consulenza sui liquidi biologici, potrebbe aver vissuto quel passaggio importante per consentire alla Procura di formulare le sue determinazioni in merito alla chiusura delle indagini.

La famiglia di Chiara Ribechini è seguita dall’avvocato Francesca Zuccoli, mentre il legale rappresentante del locale dov’è avvenuta la tragedia è assistito dall’avvocato Alberto Marchesi; indagata anche la cuoca.

Era la sera di domenica 15 luglio quando accadde l’irreparabile che trasformò una serata d’estate in una notte di strazio. La giovane era andata a cena con il fidanzato e altri amici nel ristorante dell’agriturismo colline di Palaia, dove appunto era cliente. Durante il viaggio di rientro avvenne lo shock anafilattico dovuto alla forte reazione allergica: causa, appunto, confermata dall’autopsia tanto che il magistrato aveva affidato un incarico ulteriore proprio per risalire all’origine del malessere letale. E gli accertamenti indicherebbero quell’origine nella combinazione di allergeni.

Carlo Baroni, Antonia Casini