Morte di Raghi, chieste condanne "Perplesso sulle pene invocate"

Il padre di Cioni dopo la requisitoria del pm. La Procura ha chiesto 4 anni. e 18 mesi per gli imputati

"Le richieste del pubblico ministero, onestamente, non mi hanno convinto del tutto in punto di pena. Però vediamo cosa deciderà il giudice", dice Alberto Cioni, il padre di Raghi Cioni, che non si è perso un’udienza. Si torna in aula il prossimo luglio. In quell’occasione il processo, davanti il giudice del tribuale di Pisa Susanna Messina, sulla morte del trentenne dovrebbe arrivare al capolinea del primo grado di giudizio.

Per Alessandro Piazzesi, 46 anni di San Miniato, la pena richiesta dal pm Giovanni Porpora è di 4 anni per i reati di omicidio stradale, aggravato dall’omissione di soccorso dovuta alla fuga, e simulazione di reato. Per Mauro Piazzesi, 71 anni, che deve rispondere di favoreggiamento e simulazione di reato, la pubblica accusa ha chiesto un anno e sei mesi. Raghi perse la vita il 15 dicembre 2016, quando venne centrato nel tardo pomeriggio da un autocarro mentre percorreva in bici la via Maremmana. Un caso sul quale le indagini dei carabinieridi San Miniato si mosserorapidamente fino a riuscire a trovare riferimenti indiziari sul mezzo "pirata" identificandolo in quello dei Piazzesi.

A quel punto entrò in campo il Ris il cui lavoro è stato al centro di una delle principali udienze del processo con l’operante del reparto invetigazioni scientifiche dei carabinieri che illustrò al giudice, tutti i gli elementi che portrono gli inquirenti a collegare la bicicletta di Raghi Cioni con i segni di incidente ritrovati sul furgone Iveco Daily in uso ai Piazzesi: a partire dalla vernice bianca del mezzo rilevata sia sul giubbino che sulla bicicletta del 30enne. Alla guida del mezzo – secondo i riscontri investigativi – c’era Alessandro Piazzesi che è accusato, insieme al padre, di simulazione di reato: i due avrebbero affermato falsamente di aver subito un furto di carburante al quale sarebbe seguito il danneggiamento del proprio furgone. Il tutto simulandone le tracce in modo da confondere i segni dell’impatto tra il parabrezza in frantumi e il corpo del giovane.

C. B.