Bambina di 10 anni molestata in un negozio

Il fatto immortalato dalle telecamere: il caso ieri è arrivato in tribunale e il giudice ha disposto una perizia psichiatrica sull’uomo

Carabinieri

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Valdera, 14 aprile 2021 - Un abbraccio improvviso, inatteso, apparentemente normale. Un gesto apparentemente d’affetto. Ma solo apparentemente, secondo l’accusa. Pochi attimi, dai quali la bambina uscì subito infastidita e turbata: perché in quell’abbraccio un trentenne si sarebbe spinto fino a carezzare l’addome della piccola infilando la mano sotto la maglietta. Siamo nel 2016 e il fatto accadde in un negozio della Valdera (evitiamo ogni riferimento a tutela della vittima). La bambina era con la mamma e, secondo la ricostruzione del fatto, quel giovane si avvicinò con fare normale, per fare un complimento come spesso accade nei negozi quando ci sono bambini accompagnati dalle mamme: del resto lei, all’epoca, aveva solo 10 anni e lui, oggi trentenne, era già abbondantemente sopra i venti.

Ma dopo quell’abbraccio ci fu un momento di smarrimento, la bimba apparve come impaurita, la madre si preoccupò subito e, sentito il racconto della figlia, e viste le immagini delle telecamere del negozio (poi acquisite dagli inquirenti), sporse querela. In questo caso, infatti, gli occhi della videosorveglianza dell’esercizio commerciale, hanno un ruolo centrale delle indagini: gli occhi elettronici hanno ripreso tutta la scena, si apprende, dall’avvicinarsi dell’uomo alla carezza e alle modalità con cui questa fu effettuata. Non c’è stato bisogno si sentire la minore con le forme dell’incidente probatorio per cristallizzare la prova prima dell’eventuale processo.

Il caso, chiuse le indagini è attivato ieri davanti il giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Pisa Giuseppe Laghezza dove quella carezza proibita avrebbe potuto trasformarsi già in processo per il 30enne assistito dall’avvocato Andrea Boldrini, con l’accusa di violenza sessuale su minore. Il difensore dellimputato ha presentato al giudice la richiesta di una perizia per valutare la capacità dell’uomo d’intendere e volere al momento del fatto. Un richiesta che è radicata, è emerso, nelle personalità problematica del soggetto accusato del reato e nelle criticità di cui sarebbe affetta la sua personalità: da qui la necessità di profondire la sua consapevolezza del gesto.

Il giudice, sentite la parti – pubblico ministero in udienza Miriam Pamela Romano – ha accolto la richiesta del difensore e rinviato all’udienza di giugno per affidamento dell’incarico a un perito chiamato a valutare il 30enne. La famiglia della bambina è parte civile con l’avvocato Ruberti.