Omicidio di Montopoli, la svolta: c'è un fermato, trovata una pistola. Giallo sul movente

L'uomo sotto torchio accusato di omicidio volontario. "Di recente ha acquistato due pistole"

Giuseppe Marchesano, la vittima (Foto da Facebook)

Giuseppe Marchesano, la vittima (Foto da Facebook)

Montopoli Valdarno, (Pisa), 12 novembre - Prosegue da oltre cinque ore, nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Pisa, l'interrogatorio dell'uomo sospettato di esser coinvolto nell'omicidio di Giuseppe Marchesano, il 27enne trovato ucciso sabato sera nella sua casa di Montopoli con quattro colpi di arma da fuoco alla testa.

Secondo quanto appreso l'uomo - Denny Scotto, disoccupato di Chiesina Uzzanese dove vive con la madre e un nonno molto anziano - è stato formalmente accusato di omicidio volontario. Stando sempre a quanto emerge, la persona che si trova in caserma e che viene interrogata dai pm e da investigatori dell'Arma, non starebbe fornendo la collaborazione auspicata dagli inquirenti. L'uomo sotto interrogatorio appartiene alla cerchia di amici e conoscenti della vittima. Nell'interrogatorio è stato assistito dagli avvocati difensori Chiara Gabrielli e Francesco Napolitano. Al termine è stato portato in carcere al Don Bosco di Pisa.

Il procuratore di Pisa Alessandro Crini uscendo dalla caserma dei carabinieri, riguardo al giovane sospettato di aver ucciso Marchesano e interrogato tutto il pomeriggio, ha detto: "Sono state le indicazioni che ci sono arrivate dall'interno della famiglia della vittima - ha aggiunto - a indirizzarci verso di lui, che ha negato ogni addebito. Ma riteniamo di aver raccolto indizi sufficienti a giustificare questo provvedimento".

Nel corso di una perquisizione presso l'abitazione dell'uomo sarebbe stata trovata una pistola acquistata poco tempo fa. È tutto da chiarire se l'arma ritrovata nell'abitazione del sospettato sia la stessa con la quale è stato ucciso Marchesano.

Il 27enne, originario di San Miniato, è stato ucciso con quattro colpi di arma da fuoco sparati alla testa e altri due alle gambe. Le indagini dei carabinieri sono a 360 gradi e nessuna pista viene tralasciata. Adesso questo interrogatorio per il quale si attendono sviluppi.

LE PISTOLE - "Abbiamo scoperto che aveva recentemente acquistato due pistole che sarebbero compatibili con quella usata per uccidere Giuseppe Marchesano e che si tratta di un calibro piuttosto importante", ha detto il procuratore Crini. La pistola incriminata sarebbe una 357 Magnum, un grosso calibro compatibile con l'arma usata per l'omicidio.

L'AMICIZIA - "Il legame tra l'indagato e Marchesano sarebbe da riferire a una vecchia amicizia che, per quanto ci ha detto il fermato, si sarebbe diradata negli ultimi tempi - ha anche detto il magistrato -. Stiamo facendo ulteriori accertamenti per circostanziare il movente di questo delitto".

LA VISITA - "Il giovane fermato ci ha anche riferito - ha sottolineato il magistrato - che il 9 novembre, giorno del suo compleanno, avrebbe ricevuto una visita a casa sua da parte della vittima ma questa circostanza non risulta dai tabulati telefonici di Marchesano che invece lo collocano da tutt'altra parte".

LA TELECAMERA - "Noi abbiamo individuato l'indagato - ha concluso il procuratore - in seguito a un input che ci è arrivato dalla famiglia e dagli amici della vittima e abbia trovato un riscontro con l'immagine di una telecamera di videosorveglianza che colloca il pick up dell'indagato a circa 4 km di distanza dall'abitazione della vittima alle 19.19 di venerdì sera, in un orario quindi compatibile con il delitto".

IL MOVENTE - Gli investigatori sono convinti che sia stato lui a uccidere il coetaneo per vecchie ruggini non ancora chiare. I due giovani erano stati amici ma da un anno i loro rapporti di conoscenza si erano molto ridotti. Nell'abitazione della vittima, i carabinieri della scientifica hanno acquisito reperti, anche biologici, e sono convinti che anche gli accertamenti scientifici potranno confermare le ipotesi accusatorie.