"Luci spente e locali meno caldi Così proveremo a fermare i rincari"

L’allarme lanciato dai circoli ricreativi e sportivi per gli effetti dei costi dell’energia sui bilanci. Dalla Bellaria ai centri Arci un coro unanime: dall’autunno saranno a rischio alcune attività

di Sarah Esposito

Sono i luoghi per eccellenza della socialità, soprattutto nei paesi, nelle frazioni e nelle piccole realtà; dopo essere sopravvissuti alla pandemia e ai suoi strascichi economici e non solo, adesso i circoli ricreativi si trovano a fare i conti con il caro bollette. Una situazione che rischia di compromettere non solo le tante attività organizzate ma in alcuni casi lo stesso sostentamento dei circoli. "La situazione è molto critica – spiega Maria Chiara Panesi presidente Arci Valdera – sono arrivate le prime bollette, si parla di oltre un raddoppio dei costi. Proprio ieri un circolo che pagava in media 1500 euro al mese di corrente elettrica mi ha mostrato una bolletta di 3800 euro. Una situazione che accomuna tutti i circoli".

La vera sfida saranno i mesi invernali. "Ci spaventa la prossima stagione – continua – perché con la fine dell’estate si conclude il periodo in cui nei circoli c’è più gente e si organizzano più attività. In più dovremo far fronte all’accensione dei riscaldamenti. I nostri circoli sono delle vere cattedrali, molte stanze e grandi spazi a disposizione della cittadinanza da dover riscaldare. Ci sono realtà che pagavano in media 8 mila euro al mese di bollette e adesso si ritroveranno a pagare 16 mila euro. Come faranno? Abbiamo un tessuto associativo compromesso da due anni di pandemia, ci stavamo appena riprendendo e adesso arriva il caro bollette. I nostri sono luoghi di comunità, non siamo luoghi che producono utili, anzi gli utili che produciamo vengono reinvestiti nella comunità. Questo è il caposaldo dell’associazionismo. Chi governa deve smettere di vederci come privati e pensare a delle politiche di sostegno, perché siamo pezzi importanti di welfare".

Una situazione che accomuna tutti e alla quale ognuno cerca di far fronte come può. "Tra poche settimane avremo la presentazione del bilancio – racconta David Beltrami del circolo di Santa Lucia – e parleremo di come affrontare i prossimi mesi. Abbiamo cercato di non aumentare i prezzi e cercheremo di mantenere questa linea. Ad essere aumentate non sono solo le utenze, ormai da un anno a questa parte, ma anche le materie prime. Qualche esempio? Il caffè costa il 10% in più e il limoncello il 25% in più. Il margine di guadagno è sempre più ridotto". Una delle parole chiave è "razionalizzazione" insieme a un po’ d’inventiva. "La bolletta di luglio – racconta Salvo Rinzivillo – ha superato i 3000 euro con un aumento del 50% rispetto alla media. Veniamo già da una pressione economica importante derivante della pandemia, in più sono cambiate le abitudini dei nostri associati. Abbiamo faticato molto per ripartire, abbiamo spinto per ricostruire quelle relazioni sociali che sono l’anima del nostro circolo. Le soluzioni? Stiamo valutando di aderire all’iniziativa di Arci Firenze, un gruppo d’acquisto d’energia per avere un potere contrattuale migliore. In più stiamo cercando di capire se abbiamo la possibilità di aderire alle detrazione installando dei pannelli fotovoltaici. Soluzioni che guardano anche oltre l’emergenza".

Se oltre all’attività di circolo si aggiunge la gestione di un impianto sportivo la necessità di razionalizzare diventa un vero e proprio obbligo. "Caro bollette? – commenta Christian Martini presidente della Bellaria di Pontedera – a novembre ce n’è arrivata una da 20 mila euro. Una situazione che va avanti già da qualche mese e la preoccupazione aumenta in vista dell’autunno. Dovremmo abbassare la temperatura della palestra e razionalizzare le luci degli impianti, non abbiamo delle ricette, useremo il buon senso".