Lo scandalo Keu e il silenzio del "Distretto"

Ad un mese dall’indagine che ha sconvolto il Comprensorio, non riesce a riunirsi il Tavolo. Mentre anche l’inchiesta Blu Mais è al capolinea

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Ad un mese dalla scoppio della scandalo Keu, il caso che scioccato il comprensorio e gettato nello smarrimento il comparto conciario, non si è ancora riunito il Tavolo di Distretto. Quell’organismo nel quale sono rappresentate tutte le realtà del comparto e della zona (Comuni, sindacati, associazioni di categoria) che – come sollecitato da più parti – sarebbero state chiamate a prendere una posizione unica e forte dopo l’inchiesta della procura antimafia di Firenze su traffico illecito di rifiuti e corruzione.

Una presa di posizione capace di far ritrovare al Comprensorio le sue certezze dopo questa storia che brucia sulla pelle quanto la crisi. Inchiesta con 19 indagati, a vario titolo, e tra questi anche la sindaca di Santa Croce Giulia Deidda, i vertici dell’Associazione Conciatori di Santa Croce e del depuratore Aquarno. La convocazione sembrava imminente una decina di giorni fa. Il sindaco di San Miniato Simone Giglioli, sottolinea che "non dovrebbe mancare" molto", rilevando che, forse, "a rallentare, potrebbe essere l’attesa dei nuovi vertici di Assoconcia" che – si apprende – dovrebbero uscire dall’assemblea prevista per fine maggio. Il Tavolo di Distretto è presieduto dalla sindaca Deidda. Una seduta che dovrebbe approfondire quanto finora emerso in un’inchiesta che "parla" di reati che avrebbero oliato una meccanismo, secondo la procura, che sarebbe stato l’antitesi dell’economia circolare sulla quale sono stati fatti investimenti milionari: le indagini avrebbero rilevato scarichi indebiti in Usciana fatti nelle piena consapevolezza della loro illiceità. Mentre il Keu in uscita dall’impianto Aquarno, veniva riciclato per riempimenti e sottofondi stradali nonostante, secondo le indagini, non ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. Invece sarebbe finito a tonnellate in mezza provincia e anche altrove. Tant’è che sono in corso analisi in terreni, strade, pozzi ed è stato annunciato un piano per arrivare, se emergeranno inquinanti, a rimozioni e bonifiche.

Ma il distretto resta in silenzio. Mentre la prima inchiesta che ha gettato ombre sull’economia circolare, la Blu Mais, e che toccò l’impianto Sgs, è arrivata alla conclusione delle indagini per otto persone. Inchiesta anche qui su un presunto traffico illecito di rifiuti: 24mila tonnellate di sottoprodotti classificati come concimi e che invece sarebbero per l’accusa rifiuti speciali, finiti su oltre 150 ettari di terreni coltivati a granoturco e girasole.

Carlo Baroni