di Carlo Baroni PONTE A EGOLA Il conciario, pilastro dell’economia del Cuoio, motore strategico del manifatturiero in Toscana, tassello della filiera della moda italiana. Un comparto che ha sofferto per la pandemia, che ha visto la ripresa frenata dalla guerra, che ha dovuto fare i conti con lo stillicidio dei rincari energetici. Un comparto, oggi, alle porte della fiera più importante del settore. Ma quale 2023 attende la pelle. Ne parliamo con il presidente del Consorzio Conciatori di Ponte a Egola, Michele Matteoli. Presidente si è parlato tanto, e a lungo, della corsa al recupero dei livelli pre Covid, a che punto siamo? "Se gli ultimi tre mesi del 2022 fossero andati meglio, e quest’inizio dell’anno non fosse stato così in sordina, i livelli del 2019 erano lì, a portata di mano". Cos’è successo? "E’ successo che i consumi, con l’autunno, hanno subito una brutta battuta d’arresto. Comprensibile, per certi versi: la guerra ha fatto sentire l’onda lunga dei suoi effetti, i rincari hanno messo a dura prova tutti, anche le famiglie e mercati strategici hanno dovuto confrontarsi ancora con la pandemia. Pensiamo alla Cina, fondamentale per il conciario, che si è rimessa piano piano in moto solo da una manciata di giorni. La macchina della moda ha rallentato tantissimo. Grandi marchi si sono ritrovati con i magazzini pieni. E da qui è stata immediata la conseguenza del rallentamento del lavoro delle nostre aziende". Come sempre a macchia di leopardo "Questo sì. La macchina del lusso non si è mai fermata, anche la velocità si è ridotta. Ovviamente chi produce pelli di altissima qualità, in un momento come questo, ha decisamente una marcia in più per correre verso la ripresa". I forti rincari e il peso sul settore "Hanno inciso e incidono, sono sempre elevatissimi. Per esempio hanno portato d un aumento di oltre il 30% del costo della depurazione come avevamo preventivato". Veniamo alla fiera "Come sempre un momento importante per presentare le nuove collezioni. Ma non è in fiera che si vendono le pelli: quella è l’occasione per incontrare clienti, operatori del settore e ampliare, magari, l’area di business". Il distretto. Quale futuro e quali scelte: arriverà una regia unica di cui si parla da tempo? "C’è collaborazione e confronto su tutte le principali tematiche del settore. Ci sono scelte, però, che richiedono tempo e dipendono da molti fattori".