Anfiteatro romano: un cantiere per salvarlo, iniziano i lavori

Sconfitta la burocrazia, può iniziare il recupero della "scoperta del secolo"

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Volterra, 27 agosto 2019 - Un'attesa lunga oltre due anni e mezzo ed ecco che ora, in un anonimo terreno di Volterra, torneranno alla luce i resti della «scoperta del secolo»: si torna a lavorare all’anfiteatro romano.

Grazie al finanziamento della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra (250 mila euro) ed alla cessione bonaria della terra che custodisce da secoli un tesoro sensazionale. Ieri mattina, l’archeologa Samantha Castelli di Cooperativa Archeologia alle 8 spaccate era già al cancello che separa il resto del mondo dall’arena dei Cesari, ottanta metri di meraviglia sepolta da cumuli di terra e minacciata da un fardello che è l’incubo di Volterra tutta: il rischio idrogeologico.

«E’ emozionante tornare qua – racconta l’archeologa Castelli, che ieri ci ha aperto le porte di casa dell’anfiteatro – adesso ci aspettano due settimane, giorno più giorno meno, di attività preliminare di «accantieramento», ovvero di allestimento di tutta la fase propedeutica ai lavori veri e propri di messa in sicurezza: taglio della vegetazione, che è cresciuta rigogliosa, creazione della strada di accesso con la terra di risulta, ovvero il terreno che sovrasta la struttura. Io credo ancora, a distanza di 4 anni dall’intuizione che quel muro ellittico nascondesse qualcosa, che l’anfiteatro sia la scoperta del secolo. Poteva arrivare a contenere circa 8 mila spettatori: un numero che ci fa capire l’importanza di Volterra come città romana. Avevamo già un teatro, abbiamo scoperto che la città custodiva anche un anfiteatro. Volterra era un municipio prestigioso al tempo dei romani».

Ed i romani, popolo dal piglio pragmatico, sapevano bene come «spendere» il tempo dedicato all’otium, il momento della vita improntato al sano svago. «Questa era una struttura per combattimenti, uomini contro fiere, uomini contro uomini – racconta ancora l’archeologa – e indubbiamente si trattava di un’area di Volterra fortemente urbanizzata in epoca romana». I lavori serviranno a blindare l’area dal rischio imminente che qualche pezzo di collina rotoli giù: stiamo parlando della messa in sicurezza di un botro e del lavoro che si concentrerà sulla conservazione e sul restauro di parti dell’anfiteatro scavate in passato.

La struttura era composta da tre ordini di anelli, costituiti da corridoi di separazione e da corridoi laterali, e ovviamente, dall’arena dove si svolgevano i combattimenti dei gladiatori, che si trova a circa otto metri di profondità. L’idea guarda alla riapertura di almeno un paio dei saggi archeologici condotti negli anni scorsi. I crolli, come detto, hanno segnato l’ultimo squarcio di destino dell’anfiteatro: le rovine sono scivolate verso valle, c’è un terrazzamento naturale che sovrasta il terreno, sottoposto a una serie di rischi idrogeologici ed i crolli (l’anfiteatro deve essere immaginato come un grande guscio imploso su se stesso) hanno coperto anche le strutture murarie portanti. I lavori consentiranno anche di capire e valutare le dimensioni effettive dell’area e l’andamento stesso della struttura risalente all’epoca Augustea. Infine, ecco chi troveremo al lavoro in queste settimane: Elena Sorge, direttrice dei lavori, la stessa Castelli, gli archeologi Valeria D’Aquino e Domenico Barreca, il topografo Giorgio Pocobelli, l’ingegnere Patrizio Giannelli, l’architetto Carlo D’Eugenio e Giacomo Baldini per lo studio dei materiali ceramici.