Finisce nell’armadio della figlia la latitanza del clonatore di carte

Tradito dalla lite con la compagna. Preso dopo lunghi appostamenti

La polizia è riuscita a scovare l’uomo che era tornato nella sua abitazione

La polizia è riuscita a scovare l’uomo che era tornato nella sua abitazione

Pontedera, 2 settembre 2018 - Era nascosto dietro un armadio per sfuggire alla polizia. Ma non è bastato. E’ questo l’epilogo di un giovane romeno ricercato perché farebbe parte di una banda che falsificava documenti. Una storia che inizia il 19 agosto e per tutt’altri motivi. E’ domenica e una volante del commissariato viene inviata in un’abitazione del Romito per una lite in famiglia. Sul posto i poliziotti trovano una donna romena di circa 30 anni con una bambina.

La donna riferisce di aver avuto una discussione animata con il suo compagno (fuggito poco dopo), 35enne, romeno, e padre della bimba. Riferisce di essere stata aggredita fisicamente, ma non presenta lesioni evidenti e rifiuta il trasporto in ospedale. La pattuglia invita la donna a presentarsi al commissariato per la denuncia e prima di andar via, si appunta gli estremi dei documenti di entrambi, regolarmente residenti da diverso tempo a quell’indirizzo. Ma una volta in ufficio, un’attenta verifica dei codici di identificazione della carta di identità romena dell’uomo, permettono di scoprire che il documento è falso.

Continuano gli accertamenti che portano a una nuova sorpresa: l’uomo aveva cambiato le proprie generalità per sottrarsi a un mandato di cattura internazionale emesso dall’autorità giudiziaria Romena perché condannato a 6 anni di carcere per associazione a delinquere finalizzata alla frode informatica, perché facente parte di una banda che contraffaceva carte di credito. Cambiando nome, l’uomo era scappato in Italia dove si era rifatto un’altra vita mantenendo un profilo basso e riuscendo in tal modo a evitare i controlli di polizia fino al giorno della lite animata con la sua compagna.

Iniziano quindi le ricerche del commissariato anche tramite le sue utenze cellulari e l’eventuale uso di carte di credito. Ma, sospettando di essere stato scoperto, il latitante non torna più nella sua abitazione, eludendo gli appostamenti della polizia che dal giorno successivo erano stati predisposti. La pazienza degli investigatori viene premiata nel pomeriggio di venerdì quando i poliziotti vedono strani movimenti intorno alla casa del ricercato che fanno presupporre che l’uomo potesse essere rientrato per recuperare oggetti personali e per salutare la propria figlia. Scatta quindi l’irruzione nell’appartamento e finalmente l’uomo viene individuato nella stanza della bimba nascosto nell’armadio, accovacciato dietro i vestiti. Finisce così la latitanza con un arresto oltre che per i reati per i quali era ricercato anche per la contraffazione del documento di identità romeno.

Dopo gli adempimenti di rito e la sottoposizione ai rilievi foto-segnaletici e la comparazione delle sue impronte con quelle inviate dalla polizia romena, l’uomo viene accompagnato al carcere di Pisa a disposizione della Corte d’Appello di Firenze per la successiva estradizione in Romania. Verranno avviate anche le procedure per la cancellazione all’anagrafe comunale dell’identità falsificata.