La ciliegia di Lari verso la denominazione Igp

Via libera della Regione Toscana, ora la parola passa al ministero e alla Commissione Europea

Sagra delle ciliegia

Sagra delle ciliegia

Lari, 17 marzo 2019 - La ciliegia di Lari ha iniziato positivamente il suo percorso per l’ottenimento della Indicazione geografica protetta (Igp). La Giunta Regionale ha espresso parere favorevole. «È un’ottima notizia per un prodotto di eccellenza del nostro territorio, anche se si tratta di un primo passo poiché dovranno ora esprimersi il Ministero delle politiche agricole e alimentari e la Commissione Europea», dice il sindaco Mirko Terreni aggiungendo che, in ogni caso: «l’iter per ottenere l’etichetta è iniziato ed è un importante riconoscimento per il lavoro e i sacrifici dei produttori».

Una speciale menzione – si legge in una nota del Comune – la merita il Comitato per la tutela e valorizzazione della «Ciliegia di Lari», un’associazione di 13 produttori che si batte da molti anni per questo obiettivo. La coltivazione del ciliegio a Lari vanta una tradizione vecchia di secoli, comprovata dalla presenza di numerose varietà autoctone molte delle quali fanno parte del repertorio della Banca del Germoplasma della Regione Toscana.

Nel corso del tempo i coltivatori sono riusciti a creare numerose varietà; quelle più antiche sono la Marchiana, considerata la regina tra le tante ciliegie locali, la Papalina, la Gambolungo, la Morella, la Isigliano, la Giardino, la Siso, la Crognola ed il Cuore; a queste se ne sono aggiunte altre negli ultimi tempi. La raccolta delle ciliegie di Lari, circa 500 quintali, è effettuata esclusivamente a mano: una volta raccolte, le ciliegie sono avviate immediatamente al consumo, prevalentemente su canali commerciali di breve distanza e solo le aziende professionali si rivolgono ai mercati ortofrutticoli di Livorno, Pontedera e Firenze. Una piccola parte della produzione è destinata alla trasformazione, che avviene generalmente entro le mura domestiche. Le varietà di ciliegie più adatte alla trasformazione sono le varietà Morella, Papalina, Gambolungo, che hanno un elevato tenore zuccherino della polpa e una buccia molto sottile, che le rende tra l’altro poco adatte alla commercializzazione sul mercato del fresco.

Si tratta, dunque,  di varietà minacciate di estinzione, e che solo la volontà e la passione di un nucleo di produttori larigiani ha saputo e voluto mantenere, non certo per motivazioni economiche quanto per affezione alla tradizione e alla cultura locale. Lari dedica a questa prelibatezza una bellissima sagra che dura un’intera settimana. E che vede in campo, praticamente, tutte le associazioni che si riuniscono intorno alle «rosse» più buone della Valdera.