Ladro acrobata finisce in trappola

Si cala da 7 metri per rubare delle biciclette ma gli va male

Roberto Iacopini, proprietario del negozio di biciclette

Roberto Iacopini, proprietario del negozio di biciclette

Pontedera (Pisa), 9 agosto 2018 - Si cala dal soffitto, dopo aver rimosso i vetri di un piccolo lucernario, poi usa uno scaffale come primo appoggio e una scala per scendere nel grande showroom di biciclette fra modelli di qualità, il cui valore commerciale supera anche i 5mila euro. Ma nella tarda serata di martedì qualcosa va storto. I vicini sentono alcuni rumori, poi vedono un soggetto che si aggira sotto la tettoia esterna con i primi esemplari pronti a partire e iniziano a gridare «al ladro!».

La fuga del trentenne siciliano, a suon di pedalate nella città della Vespa, dura poco. Finisce sull’argine dell’Era, con i carabinieri che lo bloccano anche se lui s’è già velocemente cambiato d’abito: senza la flagranza non lo arrestano, si limitano alla denuncia a piede libero e a metterlo alle strette sulla refurtiva riuscendo intanto a recuperare due pezzi importanti. Su altre bici che mancano all’appello, ci sono piste da seguire perché nel frattempo erano già state cedute. Infatti il negozio «Iacopini» in via Pisana a Pontedera, una manciata di ore prima, aveva subito un furto di cinque biciclette nuove e di una usata. Medesimo il copione.

«Sabato scorso ho chiuso regolarmente l’attività – spiega Roberto Iacopini, il titolare –. Lunedì alle 15, all’apertura, inizialmente non mi accordo di alcunché. Poi vedo il cassetto semiaperto del bancone, la scala spostata e infine getto lo sguardo sulle bici: alcune non sono al loro posto come le avevo lasciate. Poi noto che ne mancano una, due, tre, e così via. Ho capito subito». Il buco è sul tetto. Il lucernario è stato il varco. Lo scaffale l’appoggio: «c’è ancora l’impronta ben definita – dice Iacopini –. Chi è entrato si è mosso come un gatto. Secondo me non era solo: troppo lavoro quello di prendere le bici, spostarle e portarle via. Ma saranno le indagini a dirlo».

Tra gli esemplari rubati modelli in fibra di carbonio, bici da corsa e mountain bike: da 400 euro a 4mila 800: «Secondo me anche nel secondo caso, con il furto di una sola bici rubata per la fuga, il ladro non era solo». Qualcuno forse lo aspettava fuori. E anche su questo stanno indagando i carabinieri della compagnia di Pontedera. Resta il fatto che i furti di biciclette sono ormai un business in crescita. Un’attività che non sembra temere crisi e che anzi dalla crisi stessa è alimentata. Le rubano di giorno e di notte, nei negozi specializzati, dai garage o per strada. Anche il 25 luglio scorso i carabinieri di Pontedera, per lo stesso reato, avevano arrestato un 47enne italiano. Aveva rubato la bici in un garage. Ci sono furti su commissione per rifornire il mercato nero italiano e straniero, attorno al quale ruotano grandi interessi. Un vasto bacino d’utenza è costituito anche dagli extracomunitari, grandi fruitori dei pedali, che spesso reperiscono i veicoli per poche decine di euro sul mercato illegale. Infine ci sono le bici, come gli smartphone, rubati per scambiarle per una dose di droga. Succede anche questo.