La villetta da demolire "Non serve attendere i ricorsi ancora pendenti"

Il legale della società Fattorie Toscane Società Agricola: "Sono temerari" "Caso definito con più sentenze passate in “giudicato” e non più modificabili".

La villetta da demolire  "Non serve attendere  i ricorsi ancora pendenti"

La villetta da demolire "Non serve attendere i ricorsi ancora pendenti"

Sulla vicenda della villetta da demolire – un caso sotto i riflettori da settimane, tra sit in e proteste – prende la parola la società Fattorie Toscane Società Agricola con sede in Pontedera, proprietaria tra l’altro della storica Villa Toscanelli Riccardi: la villetta è stata edificata proprio davanti a Villa Toscanelli. E lo fa tramite il prioprio legale, l’avvocato Giorgia Baldan. "Al contrario di quanto vanno sostenendo i signori Cerretini e alcuni cittadini, non vi è alcun motivo per attendere l’esito dei ricorsi ancora pendenti che, a mio avviso e sulla base delle varie sentenze pronunciate sul caso – spiega – sono del tutto infondati e temerari e sono stati promossi dal legale dei signori Cerretini al solo e unico scopo di tentare di rinviare “l’esecuzione in danno” dell’ordinanza di demolizione che è stata decisa dal Consiglio di Stato in via definitiva con più sentenze passate in “giudicato” e quindi non più modificabili". "In buona sostanza l’unico rimedio dei signori Cerretini è quello di chiedere i danni al Comune di Ponsacco che ha rilasciato loro un titolo edilizio giudicato “illegittimo” dai giudici amministrativi – prosegue l’avvocato Baldan –. Tutte le altre ulteriori iniziative giudiziarie (e mediatiche) sono contrarie proprio alla legalità tanto citata dai signori Cerretini e dai propri sostenitori e volte a superare il “giudicato”, che è uno dei principali strumenti per la realizzazione della tutela giurisdizionale dei diritti. Se si potesse violare un giudicato non vi sarebbe la “certezza” del diritto che è valore protetto dalla Costituzione". L’immobile dei signori Cerretini è stato dichiarato dal Consiglio di Stato “abusivo”, "in quanto – spiega il legale – il titolo rilasciato dal Comune si basava su presupposti non corrispondenti alla realtà, e deve essere demolito, e questo prevale anche sul diritto di abitazione. Come stabilito sempre dal Consiglio di Stato in una sentenza recentissima di giugno: “l’ordine di demolizione, infatti, è espressione del diritto della collettività a ripristinare l’equilibrio urbanistico-edilizio violato dall’abuso, che ben può prevalere sul diritto all’abitazione dei singoli che hanno edificato in violazione degli strumenti urbanistici ed in assenza di un idoneo titolo abilitativo”, e pertanto il diritto di abitazione non può essere invocato per paralizzare la demolizione di un immobile abusivo, specie nei casi in cui vi è stata la consapevolezza di costruire nonostante la pendenza dei giudizi promossi da Fattorie Toscane, questi sì rivelatisi fondati".

"Ciò che i signori Cerretini non hanno molto probabilmente detto ai propri sostenitori, è che hanno deliberatamente scelto di costruire una casa sulla base di un titolo edilizio che sapevano essere sottoposto al vaglio di legittimità del giudice amministrativo – prosegue l’avvocato Baldan –: si deve evidenziare che quando la costruzione era appena iniziata con ordinanza cautelare del 19 gennaio 2018 il Consiglio di Stato aveva accolto l’appello cautelare di Fattorie Toscane (in buona sostanza aveva sospeso i lavori). Ciononostante i signori Cerretini, nel giro di pochi mesi, hanno continuato con celerità e poi ultimato i lavori nonostante il Consiglio di Stato di gennaio 2018 li avesse sospesi evidenziando proprio “il regime vincolistico gravante sui luoghi di intervento”".

Allo stesso modo il legale ricorda che l’immobile "è stato costruito in violazione delle distanze dal confine di proprietà di Fattorie Toscane – si legge – , che si è vista anche occupare dai signori Cerretini circa 700 mq sui quali è stato ottenuto sequestro giudiziario dal Tribunale di Pisa (anch’esso definitivo)". "Quanto, infine, all’udienza del Consiglio di Stato rinviata al 28 settembre – aggiunge l’avvocato di Fattorie Toscane – si tratta di un’udienza fissata in quanto il viceprefetto di Pisa, delegato dal Prefetto alla demolizione, ha pensato di chiedere chiarimenti al Consiglio di Stato sul fatto se sia tenuto a provvedere all’esecuzione in danno dell’ordinanza di demolizione in luogo del Comune di Ponsacco". Infine precisa il legale che "né il Viceprefetto, né il Comune chiedono di attendere l’esito dei giudizi dei signori Cerretini".