Inchiesta "Petroloro" sulla maxi frode dei carburanti, in nove verso l’abbreviato

I finanzieri sgominarono quella che fu ritenuta un’associazione a delinquere

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In nove, si apprende, sarebbero incamminati verso un processo lampo, con rito abbreviato, davanti il gup di Pisa tra una manciata di giorni. Qualche settimana più avanti tre posizioni, invece, potrebbero cercare di difendersi al dibattimento. E’ il troncone principale dell’inchiesta "Petroloro" coordinata dal pm pisano Egidio Celano e condotta dai militari del nucleo di polizia economica finanziaria della guardia di finanza di Pisa e funzionari dell’ufficio antifrode. Inchiesta che nel giugno scorso ha sgominato quella che gli inquirenti ritengono essere un’associazione per delinquere (12, a vario titolo, le persone coinvolte) composta da "professionisti" del gasolio contraffatto, attraverso la miscelazione di oli, e poi immesso sul mercato attraverso documenti falsi. Il tutto evadendo il fisco per circa 6,5 milioni di euro.

L’indagine prese le mosse dal controllo di un mezzo, in prossimità di Crespina che fece la prima "spia" di gasolio "farlocco" che portava ad un vicino deposito di carburante a Lavoria che è stata la prima struttura a finire sotto sequestro. Qui, secondo le indagini delle Fiamme Gialle, c’era l’epicentro operativo. Le indagini avrebbero permesso di accertare che il prodotto oleoso veniva acquistato all’estero (Germania, Austria, Slovacchia, Paesi dell’Est) e in Italia veniva trasformato. Quando il deposito di Crespina finì sotto sequestro il sodalizio spostò le attività a Mantova e Verona. Quest’ultima struttura è stata mesa sotto sequestro nei giorni scorsi, su disposizione del gip, e nell’ambito di un ulteriore approfondimento dell’inchiesta "Petroloro". Passaggio che sarà oggetto di un ulteriore troncone processuale.

C. B.