di Sarah Esposito   Sicurezza e valorizzazione. Si gioca su questi due aspetti il futuro del sito archeologico di Parlascio a Casciana Terme. Un luogo conosciuto da anni come insediamento etrusco, al centro di ricerche storiche e archeologiche eseguite sotto la direzione scientifica del professor Stefano Bruni, della Cattedra di Etruscologia della Università degli studi di Ferrara e con l’aiuto materiale del gruppo archeologico Le Rocche di Casciana. Uno scavo didattico che nel tempo ha richiamato decine e decine di studenti dei licei e delle università che ogni estate si ritrovavano a Parlascio per riportare alla luce i resti dell’insediamento etrusco.  Le ultime due campagne di scavo sono state particolarmente ricche di sorprese con il ritrovamento delle tracce di un grande edificio e di un pozzo, una struttura ipogea di forma circolare, dal diametro di circa 2 metri, indagata per una profondità di oltre 9 metri. Una cavità che nasconde una storia legata al rituale della sua chiusura, un racconto riemerso grazie al ritrovamento di oggetti usati come offerte. Sono proprio i resti a parlarci di quanto fosse importante Parlascio nell’età etrusca, lo spiega il professor Bruni durante una lezione tenuta alla libera università della Misericordia di Lari. Con la pandemia, però, lo scavo si è fermato e con esso tutto quel movimento di aspiranti archeologi e appassionati che negli anni ha gravitato intorno a quel pozzo.  Ma come valorizzare il sito senza tralasciare l’aspetto sicurezza? Da una parte c’è la necessità di far conoscere ciò che è stato scoperto, dall’altra che la ricerca archeologica si svolga senza pericoli. Bruni, dalla cattedra della Misericordia lancia, un’idea: ricostruire dal vivo un prototipo di ciò che dovevano essere le case dell’epoca etrusca. Un modo per far vedere realmente ai visitatori e ai turisti come doveva apparire quell’edificio trovato e scavato proprio lì a Parlascio. Un sogno, che non compare nel testo della recente delibera di giunta firmata dall’amministrazione di Casciana Terme Lari in cui si cita una raccomandazione della Sovrintendenza che nell’istruttoria propedeutica alle autorizzazioni dello scavo, raccomandava la chiusura del pozzo ai fini di tutelare la sicurezza delle persone. Da qui la decisione del Comune di "provvedere alla messa in sicurezza del sito archeologico di Parlascio tramite ditta specializzata nel settore di movimentazione terra, coordinata e supervisionata in tutte le fasi della attività (ripulitura dalla vegetazione, chiusura del pozzo, chiusura dell’area archeologica, eventuale recupero di materiale archeologico) da professionista specializzato in archeologia". Insomma ricoprire di nuovo con la terra ciò che la passione e lo studio avevano fatto riemergere. Per quel che riguarda la valorizzazione c’è la promessa di segnalare con cartelli il sito (reinterrato) e di restituire i risultati della ricerca attraverso un percorso che colleghi il sito ai suoi reperti che dovranno essere esposti all’interno di un progetto scientifico in un nuovo allestimento.

Cronaca

di Sarah Esposito
 
Sicurezza e valorizzazione. Si gioca su questi due aspetti il futuro del sito archeologico di Parlascio a Casciana Terme. Un luogo conosciuto da anni come insediamento etrusco, al centro di ricerche storiche e archeologiche eseguite sotto la direzione scientifica del professor Stefano Bruni, della Cattedra di Etruscologia della Università degli studi di Ferrara e con l’aiuto materiale del gruppo archeologico Le Rocche di Casciana. Uno scavo didattico che nel tempo ha richiamato decine e decine di studenti dei licei e delle università che ogni estate si ritrovavano a Parlascio per riportare alla luce i resti dell’insediamento etrusco. 
Le ultime due campagne di scavo sono state particolarmente ricche di sorprese con il ritrovamento delle tracce di un grande edificio e di un pozzo, una struttura ipogea di forma circolare, dal diametro di circa 2 metri, indagata per una profondità di oltre 9 metri. Una cavità che nasconde una storia legata al rituale della sua chiusura, un racconto riemerso grazie al ritrovamento di oggetti usati come offerte. Sono proprio i resti a parlarci di quanto fosse importante Parlascio nell’età etrusca, lo spiega il professor Bruni durante una lezione tenuta alla libera università della Misericordia di Lari. Con la pandemia, però, lo scavo si è fermato e con esso tutto quel movimento di aspiranti archeologi e appassionati che negli anni ha gravitato intorno a quel pozzo.
 Ma come valorizzare il sito senza tralasciare l’aspetto sicurezza? Da una parte c’è la necessità di far conoscere ciò che è stato scoperto, dall’altra che la ricerca archeologica si svolga senza pericoli. Bruni, dalla cattedra della Misericordia lancia, un’idea: ricostruire dal vivo un prototipo di ciò che dovevano essere le case dell’epoca etrusca. Un modo per far vedere realmente ai visitatori e ai turisti come doveva apparire quell’edificio trovato e scavato proprio lì a Parlascio. Un sogno, che non compare nel testo della recente delibera di giunta firmata dall’amministrazione di Casciana Terme Lari in cui si cita una raccomandazione della Sovrintendenza che nell’istruttoria propedeutica alle autorizzazioni dello scavo, raccomandava la chiusura del pozzo ai fini di tutelare la sicurezza delle persone.
Da qui la decisione del Comune di "provvedere alla messa in sicurezza del sito archeologico di Parlascio tramite ditta specializzata nel settore di movimentazione terra, coordinata e supervisionata in tutte le fasi della attività (ripulitura dalla vegetazione, chiusura del pozzo, chiusura dell’area archeologica, eventuale recupero di materiale archeologico) da professionista specializzato in archeologia". Insomma ricoprire di nuovo con la terra ciò che la passione e lo studio avevano fatto riemergere. Per quel che riguarda la valorizzazione c’è la promessa di segnalare con cartelli il sito (reinterrato) e di restituire i risultati della ricerca attraverso un percorso che colleghi il sito ai suoi reperti che dovranno essere esposti all’interno di un progetto scientifico in un nuovo allestimento.

"Il pozzo etrusco deve essere ricoperto  Per la messa in sicurezza dello scavo"    

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