Il piano per trovare le contaminazioni da Keu

L’assessore regionale Monni lo ha presentato ai sindaci: "Già previsti eventuali interventi di rimozione degli inquinanti e bonifiche"

SANTA CROCE

di Carlo Baroni

Un piano per individuare eventuali contaminazioni nei siti dove, secondo le indagini, il Keu potrebbe essere finito a tonnellate. L’assessora all’ambiente Monia Monni ha incontrato ieri i sindaci di Bucine, Pontedera, Empoli, Montaione, Pisa, Massarosa, Peccioli e Crespina, comuni in cui sono presenti le aree in cui è stato ipotizzato l’impiego di materiale potenzialmente dannoso per l’ambiente e ad oggi oggetto di indagini da parte della Dda di Firenze. "Un incontro molto importante- spiega Monia Monni -, poiché in questa occasione è stato presentato il piano delle attività di analisi e monitoraggio per individuare eventuali contaminazioni da keu all’interno di siti e impianti di queste zone. Il piano è stato presentato dagli uffici regionali competenti insieme ad Arpat. Inoltre abbiamo costituito i tavoli tecnici, uno per ogni sito, che, oltre ad occuparsi delle analisi dell’area, predisporranno un piano di monitoraggio periodico, al fine di favorire un controllo prolungato e preciso, attraverso controlli ambientali di verifica dei livelli di inquinamento".

"All’interno dei piano – prosegue Monni - sono già previsti eventuali interventi di rimozione delle sostanze inquinanti, messa in sicurezza e bonifica dell’area, dell’impianto o del sito". L’assessora Monni, spiega una nota, ha poi voluto ringraziare "oltre il personale della Regione e di Arpat, i sindaci. È fondamentale – conclude Monni - perseguire l’obiettivo primario della salute dei cittadini e dell’ambiente, con collaborazione e impegno istituzionale comune". Intanto l’inchiesta Keu – che ha sconvolto il distretto di Santa croce con sequestri e arresti – è in pieno svolgimento. Sotto la lente, appunto, l’inerte proveniente dall’impianto (ex Ecoespanso) del Consorzio Aquarno Spa che veniva ceduto alla ditta Lerose di Pontedera per ricavarne materiale riciclato mescolandolo con altri rifiuti da costruzione e demolizione. Lo scopo era ottenere – hanno ricostruito le indagini della procura antimafia – aggregati per sottofondi stradali.

Il tutto nonostante il "Keu" fosse un materiale non inerte e non

ne fosse consentita tale modalità di recupero perché avrebbe potuto rilasciare nel suolo e nelle acque solfati, cloruro e cromo. Oggi intanto si svolgerà un’attività ispettiva di cui sarà oggetto il tratto empolese della Strada regionale 429 da parte dei carabinieri del Nucleo investigativo di Polizia ambientale agroalimentare e forestale di Firenze. Il tratto interessato dalle indagini è quello compreso tra le località Brusciana e Molin Nuovo. Non si tratterebbe di veri e propri carotaggi, ma di prelievi più ’superficiali’, in quanto l’eventuale materiale inquinante dovrebbe concentrarsi nello strato appena sotto l’asfalto.