Il dramma della povertà: "Ora è emergenza casa". La Caritas si mobilita

Don Armando Zappolini: "Apriremo due nuove case per l’accoglienza". Ma l’appello è anche ai proprietari di immobili perché partecipino ai progetti.

Il dramma della povertà: "Ora è emergenza casa". La Caritas si mobilita

Il dramma della povertà: "Ora è emergenza casa". La Caritas si mobilita

di Carlo Baroni

PONTEDERA

Aumentano i poveri. Il problema mutui, le conseguenze del post Covid che sono tutt’altro che alle spalle, l’impennata degli affitti che stanno salendo vertiginosamente di mese in mese, il caro bollette, i nodi del lavoro hanno scatenato un conseguente disagio in sensibile aumento. Tutto questo sta portando sempre più persone a rivolgersi alla Caritas. La vera emergenza, ormai da qualche mese, non è più il cibo. Ma la casa. Nel territorio della diocesi ci sono già persone che vivono in macchina, altre che rischiano di doverlo fare perché sono sull’orlo della sfratto. Cosa fare? La Caritas si sta mobilitando da mesi. Mettendo in campo tutte le forze e facendo progetti concreti per il futuro. Ne parliamo con il direttore don Armando Zappolini.

Qual è la situazione sul territorio?

"I poveri sono sempre di più. Ma ora c’è bisogno di tetti. E’ questa l’emergenza. Riceviamo richieste di aiuto ogni giorno".

Famiglie che prima riuscivano a farcela?

"Nuclei certamente caratterizzati da alcune fragilità, ma in qualche modo arrivavano alle fine del mese. Questa fascia da tempo, ormai, non ce la fa più. Noi siamo in prima linea sul fronte casa non da ora, o da qualche giorno: è in crescita esponenziale la morosità incolpevole e, come sappiamo bene, anche le risorse pubbliche in questa direzione sono andate diminuendo drasticamente. Tant’è che abbiamo già persone che dormono e hanno per tetto solo quello della macchina".

Cosa sta facendo la Caritas?

"Stiamo cercando di promuovere un patto sociale tra proprietari e chi è in cerca di un appartamento con la Caritas che si fa da garante sul costo della locazione. Del resto ci sono tanti appartamenti sfitti. Ma vogliamo anche incentivare il co-housing, e aprire una discussione su un diverso uso degli spazi a disposizione, anche beni ecclesiali, per costruire alloggi e spazi di accoglienza. Ci sono locali delle parrocchie che possono venire incontro a questa emergenza".

Con quali fondi potete attrezzare questi locali per trasformarli in abitazioni capaci di rispondere a queste richieste?

"Con i fondi dell’8x1000 destinati alle opere di carità. La maggior parte di questi fondi la stiamo dirottando sull’emergenza abitativa".

Alcuni risultati sono già stati raggiunti?

"Abbiamo già operativi i locali della casa di Treggiaia e di quella di Fucecchio. Con il nuovo anno apriremo le case di Montopoli e quella di Gello. Ma soprattutto dobbiamo riuscire a fare squadra con i proprietari di abitazioni in modo da creare un rete efficacie e solidale. Come Caritas abbiamo elaborato un progetto molto articolato".