Il Colle etrusco si risveglia. "Ma manca gente in giro"

Riaprono negozi di abbigliamento e molti bar, mentre ristoranti e rivendite di souvenir prendono tempo per studiare le mosse più sagge da compiere

Elena Piccioli è tra i commercianti che ieri hanno deciso di riaprire

Elena Piccioli è tra i commercianti che ieri hanno deciso di riaprire

Volterra (Pisa), 19 maggio 2020 - Il paragone è impietoso se riallacciamo le lancette di un anno esatto e torniamo al maggio 2019, quando il ventre storico della città già spumeggiava di visitatori. Ieri, intorno all’ora di pranzo, una città ancora sonnambula ed orfana di turisti ha provato a scrollarsi di dosso la grande cappa delle chiusure forzate. Tornano ad alzarsi le saracinesche di bar e negozi di abbigliamento, mentre ristoranti e attività di souvenir per ora studiano le prossime mosse. Regole cervellotiche, soprattutto per i ristoratori che saranno costretti a disegnare da capo l’architettura dei propri locali. Poca gente in giro, viuzze e piazze del centro semi deserte: Volterra affronta il primo giorno di riaperture massicce a passo lento. Eppure l’entusiasmo in alcuni casi vince sulla paura, legittima, di un futuro incerto: vedi Elena Piccioli (titolare insieme al fratello Alessandro di ‘Dress Up’, negozio di abbigliamento in via Guidi) che, nel giorno del gran ritorno, sceglie di armarsi di entusiasmo e fiducia. «Stamani mattina (ieri per chi legge, ndr ) è stato come tornare bambina, catapultata al primo giorno di scuola. Mi sono emozionata quando ho riaperto il negozio, quando si sono affacciati i nostri clienti, alcuni dei quali sono passati per darmi il loro incoraggiamento – ci racconta la commerciante –: sarà dura, la strada è in salita, dovremo imparare a convivere con regole del tutto nuove. Ma questo non può impedirci di essere fiduciosi". Ebbene, se da un lato ripartire significa tornare a riprendere in mano ciò che la pandemia ha tolto d’un colpo, dall’altra parte sarà uno sforzo titanico riprendere le fila di una vita economica che si è palesemente sfilacciata. «Non tutti hanno scelto di riaprire l’attività – spiega il presidente di Confesercenti Volterra Marco Migliorini, titolare dell’omonima pasticceria del centro storico, riflettendo sulla tanto agognata Fase due – chi è ripartito, lo ha fatto con la consapevolezza che un’attività commerciale non tornerà subito ai ritmi di prima. Riaprire significa soprattutto fare un servizio alla città, non guadagnare. Ed è lampante che aleggi ancora una paura collettiva a uscire di casa per tornare in un bar e godersi la colazione al banco. Il mio augurio, e su questo aspetto le attività di Volterra stanno dando un eccellente esempio, è che si prosegua lungo il solco della solidarietà fra esercizi commerciali. Perché nessuno potrà uscire da solo da questo caos. Resta però in ballo una questione cruciale: affrontare l’oggi e l’ora, in maniera tale che le attività possano sopravvivere, e dare slancio e concretezza al domani con piani e promozione, perché ho il timore che agli inizi del 2021 rischieremo di veder spente tante luci". © RIPRODUZIONE RISERVATA