Giosuè Carducci, Vincenzo Galilei, Antonio Possenti Lo scrittore, il musicista e il pittore visitano il borgo

Il Premio Nobel ha abitato per due anni in paese. Il padre di Galileo c’è nato. L’artista ha qui i suoi quadri

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Un incontro impossibile. Un poeta, un musicista e un pittore a Santa Maria a Monte in una diacronica sincronia. "La fiorita collina tosca, finalmente! Via Renaio 29, ora via Giosuè Carducci! "Sono così famoso? Nel 1857-58, quando venivo a trovare mio padre Michele, quasi di fronte alla casa c’era una cisterna del XIII secolo con intricati cunicoli. C’è ancora, nella Biblioteca comunale!". "Buonasera! Salve chi cerca?". "Sono Vincenzo Galilei in visita alla mia dimora, al 33 di questo vicolo del borgo, ma è chiusa". "Accomodatevi, esimio musico, a casa dei miei oggi c’è un museo con l’archivio storico comunale, pannelli illustrativi e quadri raffiguranti le mie poesie". "E lei chi è?". "Sono Antonio Possenti, ho dipinto io quei quadri ispirati dai suoi versi, caro Giosuè!". "Scusate, la commozione prende in me il sopravvento: qui è morto mio fratello Dante e poi mio padre. Vincenzo, lei saprebbe ben intonare con il suo liuto il mio dolore per questi e altri lutti, ’Funere mersit acerbo’! Echeggiano ancora nel borgo, a pochi giorni dal lunedì di Pasqua, le note dell’Inno ispirato da una mia lirica alla Beata Diana Giuntini, la patrona del cui corpo mio padre fece la ricognizione. Signori, addio, il nostro tempo è scaduto, proseguiamo la visita in altri luoghi".