Giallo del Tevere, riaperto il caso. La Procura dispone nuove indagini

Legale della famiglia: "La polizia è già al lavoro per sentire testimoni"

Federico Carnicci, 27 anni, morto a Roma nel luglio del 2015

Federico Carnicci, 27 anni, morto a Roma nel luglio del 2015

Pontedera, 13 gennaio 2017 -  IL PUBBLICO ministero della Procura di Roma Scavo ha riaperto le indagini sulla morte di Federico Carnicci, il 27enne di Santa Croce ripescato cadavere nel Tevere a dieci giorni dalla scomparsa nel luglio del 2015. La madre del ragazzo, Lidia Speri, che in questi mesi si è battuta come solo una mamma che ha perso un figlio sa fare, ci chiama subito in redazione: «La verità, voglio solo la verità. Non ce la facciamo più. Che sia la volta buona... Questa, comunque, è una giornata positiva». La signora Speri ha ricevuto da pochi minuti la telefonata del suo avvocato, il noto penalista romano Carmine De Pietro a cui i familiari di Carnicci si sono rivolti dopo la prima archiviazione, che le ha comunicato la ripresa delle indagini.

Determinanti sarebbero stati, per arrivare a questo nuovo passaggio, gli accertamenti difensivi svolti dall’avvocato De Pietro che ha raccolto elementi che collegherebbero la morte del 27enne allo stesso contesto ambientale nel quale è maturata la morte di Beau Solomon, affogato nel Tevere ad inizio luglio. Insomma, bisogna ripartire da lì, da ponte Mazzini, da quel gruppo a cui si era aggregato l’operaio di Santa Croce per fare un’esperienza di strada e alla sue dinamiche, agli episodi accaduti nei giorni della scomparsa di Carnicci, alle varie versioni emerse quasi un anno dopo, quando nel Tevere c’è finito e c’è morto anche Solomon. Potrebbe emergere così un altro copione dell’ultima notte di Carnicci.

NOTTE nella quale, secondo la versione fornita dai suoi compagni, Carnicci era caduto una prima volta nel fiume, era stato recuperato e rimesso a dormire. Ma la mattina non era più nel suo sacco a pelo. Il Tevere lo restituirà cadavere. La famiglia non ha mai creduto al suicidio, sottolineando contraddizioni e circostanze che sarebbero meritevoli di approfondimento sulle versioni fornite da chi, allora, viveva con Federico. «Gli inquirenti sentiranno anche Max Galioto – dice l’avvocato De Pietro – l’unico del gruppo che non è ancora stato sentito sui fatti e che nei mesi scorsi fu arrestato per la morte di Solom. Ma tutti i protagonisti di questa vicenda saranno riascoltati dagli agenti di polizia del Commissariato Trevi Campo Marzio a cui il pm ha fatto ampia delega di indagini». De Pietro ha chiesto al pm anche di disporre una nuova consulenza medico legale sul corpo dell’operaio 27enne. «Torniamo almeno a sperare», dice mamma Lidia.