Gasolio rubato La ragazza faceva il ’palo’

La Cassazione accoglie il ricorso della Procura "L’arresto fu correttamente eseguito in flagranza"

Era da ritenersi il palo. Tutti gli elementi, apparsi alle forze dell’ordine intervenute, "parlarono" di questo ruolo della 24enne. Dunque, quell’arresto era da considerarsi eseguito correttamente. L’ha deciso la Corte di Cassazione, accogliendo il ricorso della procura di Pisa. Il giudice, infatti, non aveva convalidato l’arresto dell’indagata avvenuto in flagranza del delitto nel 2021, di furto di gasolio pluriaggravato dalla violenza sulle cose e su cose esposte alla pubblica fede, non ravvisando il concorso sotto il profilo materiale e psicologico della donna nel fatto.

Una scelta che ha spinto il pubblico ministero a fare ricorso evidenziando alla Suprema corte lo stato di flagranza "certamente emergente – si legge – dal contenuto del verbale di arresto, poiché la donna si trovava nei pressi del coindagato che materialmente eseguiva la condotta, con la presenza dei gravi indizi di reato". E gli ermellini al riguardo rilevano che il giudice non ha convalidato l’arresto in base alla valutazione di merito dei fatti, con riguardo "alla sussistenza degli elementi di fatto che giustificassero la partecipazione morale ed il contributo dato dall’imputata alla consumazione della condotta delittuosa del coindagato, e non alla luce delle evidenze presentatesi alla percezione della polizia giudiziaria al momento dell’arresto in flagranza".

Diversamente, secondo la corte di legittimità, la flagranza riguardava anche la giovane indagata "in quanto la stessa fu trovata nei pressi dell’autore materiale della condotta di asportazione del gasolio, seduta sull’auto in cui il carburate dopo la sottrazione era versato, tanto che, con ogni ragione gli operanti ne individuarono la funzione di sorveglianza dell’azione furtiva, in funzione di “palo”". D qui la decisione che l’ordinanza impugnata deve essere annullata senza rinvio, poiché l’arresto fu eseguito legittimamente e gli atti devono essere trasmessi al tribunale di Pisa come chiesto dal procuratore generale.

C. B.