Folgorato al laghetto, la sentenza slitta di un anno

Pontedera, nei prossimo giorni saranno sentiti gli ultimi testimoni della morte di Giorgio Donati: poi però il processo si discuiterà nel 2018

Le immagini della tragedia

Le immagini della tragedia

Pontedera, 17 giugno 2017 - Ora si allontana la fine del processo penale sulla morte di Giorgio Donati, 50 anni, di Palaia che urtò i cavi della corrente elettrica mentre pescava il 14 agosto 2013. L’uomo morì folgorato sulle sponde di un laghetto vicino all’ex fornace Braccini a La Rotta. A giudizio, con l’accusa di omicidio colposo ci sono Massimo Fiore di San Miniato, assistito dell’avvocato Salidu, legale rappresentante della società Nemo che gestisce il laghetto dove è avvenuta la tragedia e Daniele Bini di Pontedera, assistito dall’avvocato Del Corso, legale rappresentante dell’Ati (associazione temporanea di impresa), composto dalle società Filmcaffè e Entomox che ha avuto in gestione i laghi Braccini a Pontedera.

L’udienza, davanti il giudice monocratico del tribunale di Pisa, Luca Salutini, è rimasta incagliata nell’astensione dei penalisti che prosegue anche oggi. Così i testimoni che dovevano essere sentiti ieri potranno deporre nell’udienza già fissata per la fine di giugno. La discussione però è slittata ad aprile del 2018. La battagliaè aperta anche in sede civile dove c’è il contenzioso su una cifra importante che resta da pagare e che servirebbe a raggiungere quel milione chiesto dalla parte civile (assistita dall’avvocato Francesco Paolo Scaduto) per la morte Donati. Comune di Pontedera e circolo Neno hanno provveduto a risarcire da tempo