Centro servizi, "Farmacie" perde la causa civile

San Miniato Basso, niente rimboso dal un milione di euro per la mancata realizzazione dell'isola dei servizi ridotta ad un rudere mai terminato

Tribunale di Pisa

Tribunale di Pisa

San Miniato, 17 giugno 2017 - «E' evidente che doveva essere fatto di tutto per chiudere la vicenda e riqualificare lo scheletro che offre solo degrado: un errore non accettare l’offerta di Unipol Sai». E’ questo l’attacco di Alessandro Niccoli (Possibile) alla notizia che sulla vicenda dell’immobile «palafitta» davanti la Casa Culturale di San Miniato Basso siamo punto e capo. L’Azienda Speciale Farmacie, in causo per la fidejussione stipulata a garanzia dell’opera, non ha accettato l’offerta di rimborso di circa l’80%, insistendo nel giudizio: il giudice però, acquisito l’impegno a concludere le opere da parte della curatela, ha rigettato la richiesta di rimborso.

«Ora quanto tempo si dovrà aspettare? La causa andrà in appello: con quali tempi? Dieci anni basteranno? Ad errore si aggiunge errore», spiega ancora Niccoli che sottolinea come «l’isola dei servizi», se prima è rimasta incagliata nel tracollo del Consorzio Etruria, ora lo «è nei tempi lunghi della giustizia e nelle scelte sbagliate». La storia è quella dell’immobile che avrebbe dovuto essere da tempo sede della nuova farmacia comunale, dell’ufficio centrale dei servizi demografici e di un distaccamento della polizia municipale. Insomma un vero centro multifunzionale. Tutto inizia nell’aprile 2010 quando l’Azienda Speciale Farmacie stipulò con il Consorzio Etruria un contratto preliminare di compravendita per la costruzione della sede Così versò la somma di 1 milione e 86mila euro e la data di consegna fu stabilita al 30 giugno 2011.

Il terrenol’aveva messo a disposizione la Casa culturale che, per questo, avrebbe ricevuto in permuta la costruzione delle opere. A garanzia della restituzione delle somme corrisposte a titolo di anticipo, venne rilasciata da Unipol Sai una garanzia fidejussoria pari all’anticipo. In base a tale garanzia, l’Azienda Farmacie avrebbe goduto della restituzione dell’anticipo in caso di inadempimento del costruttore o per sottoposizione del medesimo a procedura concorsuale. Alla data di consegna l’opera era uno scheletro. E tale lo è oggi, con l’aggiunta del degrado. Ma gli scenari legali potrebbero essere anche altri visti i tanti passaggi della storia. I legali dell’Azienda Farmacie stanno studiando sentenza (con le dichiarazioni rese della parti) e soluzioni.