Al centro società piene di debiti intestate a teste di legno e poi svuotate. "Ho detto più volte che occorre muoversi perché poi ci troviamo con l’ipoteca dell’Agenzia delle Entrate sopra, capito?". Lui, Fabrizio Masoni, 54 anni, consulente originario di Pontedera, con studio a Fucecchio – finito in custodia cautelare in carcere – come gli altri indagati parlava. Le fiamme gialle di Firenze, però, ascoltavano mosse e operazioni. In partcolare quelle con i soggetti che gli inquirenti hanno definito i prestanome di professione. Un lavoro imponente di pedinamenti, osservazioni e intercettazioni telefoniche, quello che ha svolto la guardia di finanza di Firenze per far emergere i meccanismi fraudolenti del sistema dei fallimenti pilotati alla cui regia, per la procura, c’era Masoni. Vere e proprie ricette. Si parla di soldi. E di bilanci da sistemare a seconda delle necessità del momento. Strategie: "Cominciamo a pagare i bollettini, anche piccolini, anche se decaduti....".Masoni, secondo quanto ricostruito, avrebbe suggerito a clienti titolari di aziende in crisi, anche indebitate con l’Erario, modelli di evasione fiscale e avrebbe fornito loro nominativi di amministratori compiacenti. Alle aziende, hanno ricostruito gli investigatori, si presentava come consulente esperto in ristrutturazioni aziendali. In alcuni casi, le società – secondo gli inquirenti – restavano inattive e venivano svuotate dei propri asset principali, in altri continuavano ad operare gestite dai vecchi proprietari e in altri ancora venivano utilizzate solo per emettere fatture e far circolare denaro tra le varie società di famiglia. Un’inchiesta che vede complessivamente 22 indagati. Di questi quattro sono ai domiciliari: Luca Battaglini, 67 anni di Pontedera, Sandro Terreni, 49 anni, residente a Fucecchio, Bruno Morabito, 72 anni ed Elena Buiese, 60 anni, imprenditori commerciali a Reggio Calabria.
Carlo Baroni