Paura per due escursionisti. Stremati e dispersi sul monte Serra

I due, uno di Viareggio e l’altro di Camaiore, sono stati salvati dal soccorso alpino

Il soccorso alpino all’opera sul monte Serra

Il soccorso alpino all’opera sul monte Serra

Pontedera, 13 settembre 2019 - Stremati hanno chiesto aiuto al Soccorso alpino e speleologico due escursionisti che nelle prime ore della notte tra mercoledì e ieri sono rimasti bloccati sulla ferrata di Sant’Antone, sul Monte Serra, nel comune di Buti. I due, uno di Viareggio e l’altro di Camaiore, sono stati tratti in salvo poco prima dell’una, mentre le operazioni dei soccorritori alla fine si sono concluse all’incirca alle 2. La stanchezza e lo sfinimento hanno impedito ai due uomini di terminare la ferrata. Erano le 22 quando hanno l’allarme mentre si trovavano nei pressi del ponte sulla parte finale della ferrata al paletto numero 154. La squadra dei tecnici del Sast-Soccorso alpino speleologico toscano, ha proceduto al recupero dall’alto di uno dei due uomini mentre l’altro ce l’ha fatta a salire da solo. I due, pur stanchi e stremati, hanno potuto fare ritorno a casa senza conseguenze fisiche.

«Una via  ferrata da non sottovalutare quella di Sant’Antone – spiegano dal Soccorso alpino toscano – un percorso fisicamente molto impegnativo reso ancor più complicato dalla mancanza di pile frontali da parte dei due alpinisti. Prima di affrontare una via ferrata, occorre una preparazione fisica e tecnica adeguata: tali vie non rappresentano assolutamente delle ’scorciatoie’, ma sono dei percorsi alpinistici dove i fattori legati al meteo, soprattutto pericolo di fulmini, alla conformazione, come la caduta dei sassi e dei detriti, e soprattutto alla preparazione fisica e tecnica personale costituiscono elementi da non sottovalutare».

Sul sito del Club alpino italiano di Pontedera c’è una precisa descrizione del sito escursionistico sul Monte Serra. La via ferrata Sant’Antone percorre un gruppo di rocce affioranti del Monte Serra (917 metri di altezza). Il percorso si sviluppa ad una quota relativamente bassa e con un dislivello totale di 126 metri (410 metri sul livello del mare l’attacco e 536 metri l’uscita). E forse è proprio questa facilità apparente ad aver tratto in inganno i due escursionisti versiliesi che, poi, sono rimasti intrappolati tra le rocce e non ce l’hanno fatta ad arrivare alla fine della fetta.

«Quella di Sant’Antone – spiegano dal Cai – è una ferrata impegnativa con passaggi tecnici, particolarmente esposta e con diversi tratti da percorrere in aderenza tanto da mettere a dura prova l’escursionista anche esperto. Deve essere affrontata con un buon allenamento sia mentale che fisico. Ogni chiodo infisso nella roccia è numerato sia per permettere la segnalazione di eventuali interventi di manutenzione e per rendersi conto della progressione in ferrata. In totale i chiodi sono 178».