La morte di Erik a Londra, "ombre" sull'uomo indagato per occultamento di cadavere

La misteriosa morte di Erik Sanfilippo è al centro di indagini. "Chi l'ha visto?'' ha approfondito i contorni della vicenda

Erik Sanfilippo

Erik Sanfilippo

Montopoli (Pisa), 24 maggio 2019 - Chi era Erik Sanfilippo? Un giovane senza ombre e solare. Non faceva uso di droghe. Non fumava. Era un gran lavoratore. Lo dicono gli amici ed i colleghi di Erik Sanfilippo, 24 anni di Marti, trovato cadavere in un cassonetto a Londra l’11 marzo scorso. Una morte dai contorni da chiarire, un giallo. Indaga Scottland Yard e cerca informazioni – è stato diramato un appello – anche in forma anonima. Appello rilanciato mercoledì sera dalla trasmissione Chi l’ha visto, che si è occupata del caso ed ha chiesto aiuto ai tanti italiani che vivono a Londra. Quando è stato ritrovato, Erik era senza documenti: erano le 16 del pomeriggio e quel cassonetto si trovava in un crocevia a due passi dallo stadio dell’Arsenal.

I residenti del quartiere hanno raccontato del macabro ritrovamento del corpo nel contenitore di plastica. Ma com’è morto Erik? «Ho sentito che l’hanno accoltellato, ho sentito che gli hanno sparato, tante storie diverse, ma non so», dice un uomo agli inviati della Rai. In realtà la sua morte è avvolta nel mistero, perché non appaiono segni di violenza – all’esame esterno del cadavere – tranne una lieve ferita sul capo: quindi si attende l’esito dell’autopsia e degli approfondimenti in corso. Fino ad allora il coroner non può rilasciare la salma ai familiari. A Londra Erik – riferiscono gli amici inglesi – lavorava in un ristorante, era felice, in Inghilterra si stava realizzando. Chi lo ha ridotto a quel modo? I vicini di casa sono ancora sotto choc e ripetono quello che è il copione della polizia: «era sparito un secchione, una persona ha portato quel bidone a casa sua e ci ha nascosto il corpo e poi lo ha trascinato fino a laggiù». 

Il cassonetto ha le ruote. Dentro c’era Erik, vestito, senza scarpe. Proprio quelle scarpe hanno permesso agli inquirenti di individuare un sospettato, che si trova in carcere per quello che in Italia è il reato di occultamento di cadavere. Si chiama Gerardo Rossi, 52 anni. Ma lui lo ha solo nascosto o c’entra anche con la sua morte? Sarà l’autopsia a stabilirlo. Gerardo Rossi viveva ad appena trenta metri dal luogo del ritrovamento del bidone, in uno stabile degradato. Non si sa se Erik è morto lì dentro, non aveva motivo per entrare in quella casa, tra sporcizia e oggetti abbandonati. I residenti della zona riferiscono che Rossi è «un nulla facente, nel quartiere da 15 anni, viveva di elemosina». Secondo alcuni vendeva anche droga. Erik e Rossi si conoscevano? Come si sono incrociate le loro strade? La chiave del mistero, forse, sta in quest’interrogativo Nessuno li ha mai visti insieme. Gli amici londinesi di Rossi non hanno mai visto e conosciuto Erik. Quelli di Erik non hanno mai visto Gerardo.