"Lo scandalo Keu è entrato anche nelle urne"

L’attacco e l’analisi di Manola Guazzini (CambiaMenti): "Non è stato l’ingrediente principale, ma il Pd ha pagato anche quello"

COMPRENSORIO DEL CUOIO

Che il centrodestra abbia espugnato quella che sembrava una fortezza e una terra di vendemmia perenne per il centrosinistra, non c’è alcun dubbio. Il centrosinistra perde anche sulle piazze storiche delle maggioranza bulgare del Pci-Pds-Ds-Pd, come San Miniato; e qui anche nelle frazioni che hanno costituito lo zoccolo duro dal dopoguerra ad oggi: Ponte a Egola, Stibbio, buona parte di San Miniato Basso. Fdl è il primo partito a Castelfranco, Santa Croce, Santa Maria a Monte e Montopoli. Resta secondo solo sotto la Rocca. Ma cos’è successo? Che il vento nazionale di svolta abbia soffiato forte anche nel Valdarno, è un’altrettanta certezza. E questa certezza il Pd l’ha spesa nelle ore successive all’ufficialità della catastrofe in tutti i commenti. Ma è solo questo o c’è dell’altro? Il Keu, lo scandalo dell’inchiesta per traffico illecito di rifiuti e corruzione che ha travolto il distretto conciario e gettato nell’imbarazzo il Pd, c’entra qualcosa?

Del resto esponenti di spicco Dem sono finiti, a vario titolo, nelle indagini, ancora in pieno svolgimento. E le intercettazioni telefoniche sono state date in pasto all’Italia intera anche attraverso la Tv nella trasmissione "Non è l’Arena", condotta da Giletti che ha messo il dito in quella piaga delle "terre sospette" finita sotto lente degli inquirenti della procura distrettuale antimafia di Firenze. "Tra gli ingredienti della sconfitta c’è anche la vicenda keu – attacca Manola Guazzini (Lista CambiaMenti San Miniato) –. Non voglio dire che sia la ragione principale. Ma c’è anche quella, inutile che si cerchi di negarlo, o non se ne parli. Perché il Pd si è chiuso a riccio e, alla fine, e tardi, ha speso parole di circostanza mentre doveva prendere posizioni nette. Invece i politici indagati sono rimasti tutti al loro posto. In silenzio. Il buon governo, a livello locale, avrebbe almeno in qualche modo arginato o fatto da cuscinetto, in una terra come questa, all’ondata Meloni. Non è stato. Anzi qui la rivolta, in alcuni casi, è stata più forte che altrove. Qualcosa vorrà dire". "A differenza del Pd noi crediamo – aggiunge Guazzini – che il risultato sia dovuto anche a questioni locali". Il Keu ha avvelenato anche le urne? "Sì, in qualche misura sì", chiosa Guazzini. Perché questa vicenda è ancora fresca. Il blitz che sconvolse mezza Toscana è dell’aprile dello scorso anno, quando arrivarono i sospetti di presunte terre avvelenate e leggemmo sui giornali le intercettazioni. Tra sconcerto e rabbia.

La rabbia di una terra nella quale le imprese hanno costruito storie d’eccellenza e fatto investimenti enormi in nome dell’ambiente e dell’economia circolare. Mentre le carte giudiziarie hanno fatto trapelare un ritratto impietoso di controllori che sarebbero stati un problema da bypassare, timori di aree inquinate, e silenzi che invece avevano bisogno di spiegazioni e parole. Ora è arrivata una svolta politica netta. Ad una manciata di mesi dalle amministrative.