"È il momento di chiudere il Workcenter"

L’annuncio di Thomas Richards di spegnere le luci del centro nato per portare avanti il teatro del celebre regista Jerzy Grotowski

di Sarah Esposito

Si chiude un’epoca. Cala il sipario sul Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards. In una lettera redatta in quattro lingue Richards, allievo di Grotowski, dichiara conclusa l’esperienza pontederese. "A causa della pandemia di covid-19 - si legge – è arrivato un momento di crisi internazionale. Il Teatro Nazionale della Toscana, primario finanziatore del Workcenter of Jerzy Grotowski and Thomas Richards, non è immune da questa crisi.

La direzione del Teatro Nazionale mi ha appena informato che nel 2022 intendono continuare a finanziare il percorso di arti performative che conduco, anche se non potranno più finanziare le spese del nostro storico spazio di lavoro a "Le Vallicelle" né provvedere al sostegno finanziario continuo con le stesse modalità di prima. Hanno proposto che il loro finanziamento fluisca progetto per progetto, per il quale sono profondamente grato". La conseguenza è che "il Workcenter non sarà più in grado di sostenere una grande squadra di partecipanti impegnati nella formazione durante tutto l’anno". E a chiudere non è soltanto un luogo fisico come quello delle Vallicelle ma un pezzo di storia culturale cittadina e non solo. Soccombe alla crisi e alla conseguente mancanza di fondi proveniente dal Teatro Nazionale una delle anime della ricerca teatrale che ha fatto di Pontedera una capitale nel mondo. La lunga lettera di Richards continua con una riflessione su ciò che è stato, su quell’importante eredità artistica raccolta insieme a Mario Biagini, su quelle due strade che alla fine qualche anno fa hanno preso direzioni diverse e sulla necessità di cambiare. Si chiude poi con i ringraziamenti in primis agli artisti che hanno partecipato al Workcenter negli ultimi 35 anni, a Roberto Bacci, Carla Pollastrelli e Luca Dini e alla Fondazione Pontedera Teatro e al Centro per la sperimentazione e la ricerca teatrale. Un’esperienza nata proprio a Pontedera nel 1986 e continuata nello stesso luogo anche dopo la morte del suo fondatore e maestro Grotowski nel ‘99. Una ricerca continua proseguita su quegli insegnamenti che hanno rivoluzionato la storia del teatro mondiale, uno su tutti una concezione diversa del rapporto tra attore e spettatore. Il Warkcenter è diventato così un laboratorio permanente pronto ad accogliere e formare gli attori che volessero fermarsi a indagare e scoprire ognuno le proprie potenzialità creative. Una pratica non vincolata a dogmi ma piuttosto esigente di nuovi sviluppi.

Un futuro adesso fortemente condizionato dalle complesse dinamiche ambientali in cui versa la cultura. La decisione di Richards segna la fine di un’esperienza che lascia gli spettatori pieni di interrogativi. Forse la crisi pandemica che stiamo vivendo ha accelerato una scelta a cui il cofondatore stava già pensando intimamente. O forse quel contenitore chiamato erroneamente teatro sta lentamente prevalendo sul suo contenuto, sulla sua anima. Un tema che in una recente intervista su queste colonne ha affrontato lo stesso Roberto Bacci che ha invitato gli spettatori a discernere tra arte e prodotto e a ricordare, oggi più che mai, cos’è stato il teatro a e per Pontedera.