Droga “killer“, arrestato lo spacciatore

I carabinieri hanno fermato un 35enne tunisino, residente a Villa Campanile, accusato della morte di un giovane infermiere lucchese

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E’ accusato di aver venduto la droga della morte a un infermiere lucchese, trovato privo di vita nella sua abitazione nell’ottobre scorso. Ma quando i carabinieri sono andati per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare in carcere del gip di Lucca hanno anche scoperto che in casa aveva altra droga e molti soldi: 40 grammi di cocaina e quasi 11mila euro in contanti, tutto in cassaforte. In manette è finito Marwen Chankhi, tunisino di 35 anni abitante a Villa Campanile nel comune di Castelfranco di Sotto, noto per attività di spaccio ad Altopascio e in tutta la Piana.

Ad arrestarlo sono stati i militari della sezione operativa della Compagnia Carabinieri di Lucca, al termine di un’articolata e complessa attività di indagine diretta dal pm Alberto Dello Iacono. Il tunisino è ritenuto responsabile una sistematica, articolata e collaudata attività di gestione di più piazze di spaccio di eroina e cocaina nel territorio lucchese e in quello pisano, con l’aiuto anche di un minorenne. Ma facciamo un npasso indietro e ricostruiamo la storia che, come detto, risale a diversi mesi fa. L’indagine nasce dalla morte di un infermiere di Lucca, trovato cadavere in casa nell’ottobre scorso.

Nel corso del sopralluogo erano emersi elementi che indicavano l’uso di sostanze stupefacenti: il fornitore per gli inquirenti era il 35enne Marwen Chankhi.

Dall’autopsia eseguita dal medico legale Stefano Pierotti era emerso che il giovane, nelle immediate ore precedenti il decesso, aveva assunto droga e che, la causa della morte era dovuta a una irreversibile insufficienza respiratoria per effetto di una preesistente cardiopatia ischemica, associata alla poliassunzione di eroina, cocaina e metadone.

Le indagini, proseguite con pedinamenti e con videoriprese, hanno documentato a carico del tunisino sistematiche cessioni di droga sia all’infermiere poi deceduto che ad altri tossicodipendenti della Piana lucchese e pisana. A novembre dello scorso anno, i militari della Sezione operativa e della Stazione di Capannori, nel corso di uno servizio finalizzato alla completa identificazione del tunisino, l’avevano localizzato nell’area boschiva nei pressi del supermercato PAM del Turchetto, nel comune di Montecarlo, in piena attività di spaccio.

In quella circostanza, il 35enne, per sottrarsi al controllo, aveva ingaggiato una violenta colluttazione, brandendo una busta contenente bottiglie di vetro, con la quale aveva colpito al volto i carabinieri militari, riuscendo a fuggire e procurando a tre di essi varie lesioni. Il tunisino, dimostrandosi un soggetto senza scrupoli e particolarmente scaltro, da quel giorno aveva modificato le proprie abitudine cambiando radicalmente le località di spaccio. Ma non è tutto. La storia prosegue.

Dopo il fermo, nel corso della perquisizione all’interno dell’abitazione di Villa Campanile dove viveva con la compagna 37enne, sono stati rinvenuti, all’interno di una cassaforte, oltre 40 grammi di cocaina e circa 11.000 euro. Il 35 enne tunisino e la donna venivano tratti in arresto per detenzione ai fini di spaccio di sostanza.

Ieri, difeso dall’avvocato Massimo Parenti, Marwen Chankhi è intanto comparso in tribunale a Pisa per la droga rinvenuta in casa. Il giudice ha convalidato l’arresto (scagionando invece la compagna) e rinviato il processo all’8 settembre, quando su richiesta della difesa sarà nominato un consulente tossicologico in vista del rito abbreviato. Ma le accuse più pesanti sono la cessione di droga e la morte in conseguenza di altro reato per il decesso dell’infermiere lucchese.

Paolo Pacini