Fece cadere centauro e non si fermò, al via il processo

Ponteera, una 45enne è stata incatsrata dalle indagini della polizia dopo che questa si presentò come testimone del sinistro

Tribunale di Pisa

Tribunale di Pisa

Pontedera, 14 febbraio 2018 - Sarà un processo, in corso a Pisa, davanti il giudice Anna Fabbricatore, a stabilire  se Daniela Dini, 45 anni di Fornacette sia stata davvero, come dice, testimone di un incidente stradale. O se, invece, come sostiene la Procura di Pisa, quella caduta della moto l’ha causata con il suo comportamento e poi non si è fermata. A Dini, infatti viene contestata la violazione all’articolo 189 del codice della strada e più segnatamente il passaggio in cui questo sanziona chiunque, in caso di incidente con danno alle persone comunque ricollegabile al suo comportamento, non ottempera all’obbligo di fermarsi. Ma come si arriva a questo processo? L’incidente avvenne all’ingresso della Fipili di Cascina il 27 novembre del 2011 quando – secondo la ricostruzione dei fatti – il sorpasso di una macchina in ingresso avrebbe provocato la caduta con la moto di un ventenne di Pontedera che riportò lesioni di media gravità (assitito dall'avvocato Riccardo Taverniti). Le indagini per capire quale comportamento (e di chi) avesse causato la caduta del centauro partirono immediate. Successivamente al sinistro uscirono però notizie di stampa che spiegavano come le forze dell’ordine fossero in procinto di scrivere la dinamica di quel fatto, all’esito della visione di telecamere e in base alle testimonianza raccolte.

Fu dopo quelle notizie che si presentò alla polizia la donna, finita sotto processo per offrire la sua testimonianza visto che si trovava a transitare nel punto in cui era avvenuto il sinistro. L’ha riferito anche il marito, ieri, testimoniando in aula e ripetendo che quella scelta sarebbe stata dettata dalla volontà di poter dare un aiuto raccontando quello che aveva visto. Il non essersi fermata – nella testimonianza di ieri – è stato giustificato con il fatto che: comunque c’erano già persone che si erano attivate per i soccorsi. Ma da testimone la 45enne è diventata prima indagata e poi imputata. La sua versione delle cose si sarebbe scontrata con elementi raccolti già in sede di indagine, oltre al fatto che nessuna telecamera è presente all’ingresso della superstrada di Pontedera e che quindi quelle notizie di stampa avrebbero fatto solo da gancio per far emergere il mezzo mancante alla ricostruzione. Mezzo che, secondo l’accusa, avrebbe tenuto il comportamento che causò la caduta del ciclomotore e poi se ne andò. Anche se non c'è alcuna prova di collisione tra i mezzi. Il processo dirà se davvero è andata così.