REDAZIONE PONTEDERA

Dal Braghettone di Volterra al David "La censura di oggi è ben peggiore"

Lo storico dell’arte Ilario Luperini: "Daniele Ricciarelli era uno dei più grandi artisti del suo tempo". Furiesi direttore della Pinacoteca: "Circola di tutto sui social e c’è chi oscura... Michelangelo".

La grammatica della storia, e dei suoi infiniti passaggi di corsi e ricorsi, ci ha insegnato che la censura è capace di attraversare universi e mondi. Nell’arte, l’atto censorio assume valenze schizofreniche, laddove America e Scozia arrivano a inibire (Annus Domini 2023), il David di Michelangelo per le sue nudità.

I casi sono noti: il capolavoro del Buonarroti finisce nella matrice di un doppio scacco censorio, in America con il licenziamento di una professoressa che ha mostrato agli studenti una foto del David e poi in Scozia, dove l’immagine dell’opera è stata oscurata in una pubblicità affissa in metropolitana. E pensare che il primo censore (o almeno quello fra i più famosi) nella storia dell’arte è stato un volterrano, allievo di Michelangelo, che fu incaricato di coprire le nudità dipinte dal suo maestro. Daniele Ricciarelli, per tutti Daniele da Volterra, ha trapassato i gangli della storia con il nomignolo di "Braghettone" per aver censurato con drappi e panneggi le figure nude degli affreschi della Cappella Sistina. Ma era il lontano 1565.

"Definire Daniele da Volterra con quel nomignolo è assolutamente riduttivo – spiega lo storico dell’arte Ilario Luperini, che sta preparando una collana artistica per il Comune che vedrà fra i protagonisti anche Daniele da Volterra – l’operazione di mettere le braghe ai nudi della Sistina era un modo, nella Roma dei Papi, per togliere dalla vista dei benpensanti un elemento considerato di disturbo. Daniele da Volterra viveva in un mondo in cui si è ritrovato a essere mero esecutore di uno dei più celebri atti di censura nella storia dell’arte". "Ma è bene ricordare – aggiunge ancora Luperini – che aveva una propria originalità, uno stile che ne ha fatto uno dei pittori più importanti di quel periodo".

Ma Daniele lavorava, appunto, in un’altra epoca. "Quel che accade oggi al David è frutto di una mentalità conservativa che non ha rispetto per la creatività artistica che si fa portatrice della storia dell’umanità – riprende Luperini - Assistere a una censura così buia è segno di inciviltà, universalmente intesa". Ed è possibile ‘riabilitare’ il Ricciarelli, smarcandolo dal ‘Braghettone’? "E’ stato un grande artista, da riscoprire – risponde il direttore della pinacoteca Alessandro Furiesi – fu costretto dalle logiche del suo tempo a coprire le nudità dipinte dal suo mentore, Michelangelo". "Le censure odierne al David – aggiunge ancora il direttore Furiesi – sono ridicole. Pensiamo a cosa circola sui social, invece di essere scandalizzati di fronte al nudo di uno dei capolavori assoluti della storia dell’arte".

Ilenia Pistolesi