Volterra, disagi al Cup: un cittadino scrive al difensore civico

Il protagonista è Fabio Bernardini, ex assessore e consigliere comunale: "Per prenotare una visita sono dovuto andare quattro volte"

Un Cup (foto repertorio)

Un Cup (foto repertorio)

Volterra, 2 ottobre 2022 - Un’esperienza al Cup che che ha spinto Fabio Bernardini, ex assessore e ex consigliere comunale, a inviare una missiva al Difensore Civico. Una lettera che squarcia l’ennesima falla di un sistema, le prenotazioni impossibili. "Nel mio caso per ottenere la prenotazione per un intervento di chirurgia ambulatoriale, sono dovuto tornare fisicamente al Cup quattro volte. Fisicamente perché l’Asl ha bloccato ogni contatto telefonico tra l’ufficio prenotazioni locale e l’utenza e il riferimento telefonico Cup di Pisa è costantemente intasato. Per tre volte sono stato respinto per la chiusura della lista d’attesa (qualcuno la chiama indisponibilità).

Al Cup di Volterra il fenomeno risale a anni fa, e è in espansione. Attendendo il mio turno, ho visto che la maggior parte degli utenti viene respinta con la formula della lista d’attesa chiusa. Un disservizio più volte segnalato a Asl e Regione, senza risultato. La chiusura delle liste d’attesa idealmente è punita dalla legge, ma il dispositivo sanziionatorio è talmente blando e eludibile da risultare infficace. Il mancato tracciamento di una buona parte della domanda di prestazioni falsa i dati di partenza e quindi i risultati di fine anno sulle richieste e le capacità di risposta della Asl rispetto ai bisogni degli utenti.".

E le alternative? "La prima è tornare al Cup – risponde Bernardini - e ritentare la fortuna, chiedendo qualche ora di permesso al lavoro o, nel caso dei numerosi anziani, sottoponendosi a faticosi spostamenti e file. La seconda opzione prevede la rinuncia, immaginando, se non c’è urgenza, di poter fare a meno della prestazione pur di non sottoporsi alla lotteria delle prenotazioni. La terza via consiste nel rivolgersi a qualche conoscente che lavori in Asl. Infine,, rivolgersi a strutture private". E la soluzione? "Mantenere le liste aperte, come prevede la legge, credo che possa essere semplice da realizzare e a costo zero. Il cittadino, pur quando ottenesse una prenotazione molto lontana nel tempo, sarebbe preso in carico con il vantaggio di non dover tornare fisicamente al Cup e, disponendo di una data sicura, di poter valutare col medico se aspettare i termini proposti o rivolgersi al privato. Così facendo la Asl riuscirebbe a tracciare ogni specifico bisogno, realizzando il quadro realistico delle necessità di salute del bacino d’utenza in esame".

Ilenia Pistolesi